• giovedì 18 Aprile 2024 05:09

È la foto di come sia messa male Roma sui rifiuti: il Tar del Lazio boccia l’Ordinanza della Regione Lazio e bacchetta il Comune per la mancanza del Piano impiantistico.
Ieri mattina, dopo un paio di giorni di attesa, il Tribunale Amministrativo ha emesso la sentenza (qui il testo integrale): la Regione non poteva utilizzare lo strumento dell’Ordinanza per costringere il Comune a fare i compiti a casa. Ma, nel testo, stigmatizza la mancanza di “un piano impiantistico volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del sub-ATO di Roma Capitale, come accaduto nel caso di specie”.
Tecnicamente, dunque, non è valida l’Ordinanza firmata da Zingaretti il 1 aprile scorso con la quale la Regione, pena commissariamento, dava al Comune 30 giorni per individuare il sito della discarica.
La contromossa della Regione sarà inviare al Comune una diffida, invece di un’ordinanza, ad adottare il Piano Impiantistico entro 30 o 60 giorni per poi in caso di inadempimento, seguendo le indicazioni della sentenza, procedere direttamente al commissariamento. Insomma, cambia la forma giuridica ma non la sostanza.  
Con la sentenza, però, finisce così questo round da azzeccagarbugli: i due galletti cantano vittoria, ciascuno nel proprio angolo del ring delimitato dai rifiuti che rimangono in strada nelle crisi cicliche sempre più ricorrenti che colpiscono Roma.
Da una parte, in un post su Facebook, il sindaco, Virginia Raggi, regala un’interpretazione della sentenza totalmente personale e del tutto distaccata da quanto scritto dai giudici: “Si tratta di una vittoria per tutti i cittadini e tutti i territori che, da troppi anni, pagano scelte scellerate calate dall’alto. Ora la Regione Lazio non ha più alibi. Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 non sono mai state costruite valide alternative, neppure nell’ultimo, insufficiente, piano rifiuti regionale. A questo si aggiunge la chiusura di diverse discariche e impianti del Lazio, uno dei quali al centro dell’indagine che ha portato agli arresti della responsabile della direzione Rifiuti della Regione Lazio, per ipotesi di corruzione. I giudici hanno sgomberato il campo da ogni alibi. Non si può fare politica su un tema così delicato, sulle spalle dei cittadini. È arrivato il momento che la Regione collabori per cercare soluzioni fattibili e concrete”.
Nelle cinque pagine della sentenza non c’è scritto nulla di simile. Per dovere di cronaca: oggetto dell’indagine con l’arresto è la discarica di Monte Carnevale, luogo indicato dalla Raggi il 31 dicembre 2019 come quello dove realizzare la discarica.
Anzi. Nero su bianco il Tar sottolinea come sia il Comune ad essere inadempiente, non avendo il Piano impiantistico.
All’altro angolo, Zingaretti si affida a un comunicato stampa nel quale, dopo aver evidenziato la carenza di Roma sugli impianti rilevata dal Tar ed elogiato l’operato della Regione che ha impedito il collasso della città, lancia l’ennesimo allarme: “Ora la situazione sta diventando gravissima: Roma rischia di essere invasa  dai rifiuti perché Regioni e Comuni che accolgono già i rifiuti romani, dopo la scadenza del 30 giugno non intendono ricevere ulteriori conferimenti”.
Cinque anni di Pd alla Regione e di 5Stelle in Campidoglio restituiscono il quadro di una città lurida e bloccata da veti ideologici reciproci. Il resto, sono chiacchiere buone per i tifosi delle rispettive curve.

2 commenti su “Il Tar “rimanda” la discarica”
  1. Grazie per aver pubblicato la sentenza, leggendola, in sintesi:
    – la Regione ha sbagliato (ma che razza di avvocato può aver volutamente sbagliare così tanto?) ad usare l’ordinanza contro il comune;
    – la “ex provincia” deve/doveva fare il piano impiantistico per l’autosufficienza ma questo da solo non risolve la questione.
    – Ma la frase più importante della sentenza è questa: “la complessa attività di gestione del corretto ciclo dei rifiuti richiede un’attività sinergica ad opera di tutti gli Enti preposti alla cura degli interessi del settore”: insomma devono lavorare insieme

    In altre parole finche Zingaretti e la Raggi non smettono di litigare vinceranno solo gli avvocati e la città perderà…

    1. Eh già
      Di fatto è esattamente così: dovrebbero lavorare insieme. Ma come fai quando il Pd è un pavido gruppo che lavora per non scontentare nessuno e i 5Stelle sono e vittime di un fanatismo cieco e irrazionale sui rifiuti stile NIMBY?

      Unico dettaglio: Città Metropolitana opera come coordinamento. Il Piano impiantistico lo deve predisporre ciascun comune per il proprio territorio. Per Roma, esistono due sub-ato, uno Roma città e uno gli altri comuni. La Città Metropolitana deve coordinare i due sub-ato che però devono tendere all’autosufficienza.

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