• venerdì 19 Aprile 2024 00:49

Se quelli galleggianti nella Roma allagata sono l’ennesima e tangibile prova del fallimento della versione Raggi della politica sui rifiuti, il nodo immondizia romana registra, in vista del secondo incontro al Ministero previsto per domani, l’inizio delle barricate in provincia e una possibilità che una mano a Campidoglio arrivi indirettamente dal Tar.
Andiamo per ordine.
Giovedì, nuovo incontro al Ministero della Transizione ecologica. Le posizioni sono sempre le stesse: all’angolo rosso, la Regione, che, forte dello zoppicante Piano regionale Rifiuti (e dell’appoggio dei grillini in Giunta e in Consiglio), pretende che Roma città trovi una propria autosufficienza impiantistica.
Nell’angolo giallo, il Campidoglio, con i 5Stelle – la Raggi e l’assessore ai Rifiuti, Katia Ziantoni in testa – che non ci pensano proprio sotto elezioni e continuano a sostenere che a Roma non c’è spazio per l’impiantistica per trattamento e smaltimento rifiuti. L’unica via d’uscita che i grillini comunali propongono è il solito vampirismo: portare tutto in provincia. Si apra a Magliano Romano, si riapra Colleferro, si autorizzi il quinto invaso di Roccasecca, si adoperino gli spazi residui di Civitavecchia e Viterbo.
In mezzo il ministero con il ministro, Roberto Cingolani, che ieri se n’è uscito con una dichiarazione al limite dell’eresia sia per il Pd che per i 5Stelle: “Gli inceneritori non sono previsti dal Recovery plan ma è ingiusto non poterne parlare. Se tra 2 o 3 anni la situazione non è migliorata -è meglio portare mille camion con migliaia di tonnellate di immondizia in un altro posto oppure pensare ad una macchina di ultima generazione che per 10 anni sottrae questa roba alla criminalità organizzata?”. Probabili preci di riparazione a Palazzo Senatorio e a Cristoforo Colombo.
Intanto, si armano i popoli confinanti: il Comitato residenti di Colleferro parla di “rimpallo di responsabilità stucchevole” e “messinscena” e attacca Zingaretti e la Raggi (“hanno amministrato senza arrivare a decisioni politiche concertate”).
Dalla Lega alla Pisana, si alza il “no” a riaprire Roccasecca: “La Ciociaria non può pagare ancora una volta le inadempienze di Regione Lazio e Comune di Roma sui rifiuti”, afferma Pasquale Ciacciarelli che chiede al Governo di nominare un Commissario con pieni poteri “per scrivere rapidamente un nuovo piano e costruire gli impianti necessari alla chiusura del ciclo”.
Un paio di giorni fa era stato il sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, a lanciare il grido d’allarme dei Sindaci dei comuni a nord di Roma.
Paradossalmente, però, un ricorso al Tar presentato dalla Rida Ambiente di Latina potrebbe, qualora venisse accolto, riaprire i cancelli di Colleferro e Albano venendo in aiuto di Roma. In pratica, nel ricorso Rida Ambiente contesta come Colleferro che ha 200mila metri cubi di capienza ancora disponibile e Albano Laziale (220mila tonnellate) siano rimaste fuori da una delibera di aprile scorso in cui erano indicate solo Viterbo e Civitavecchia che sono in esaurimento.

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