• venerdì 26 Aprile 2024 13:49

Un’Amministrazione comunale così da circo delle pulci non si era mai vista: il Ponte dei Congressi – opera che Paolo Berdini prima e Virginia Raggi poi hanno artificiosamente identificato come fondamentale per lo Stadio della Roma di Tor di Valle – sarà pronta, forse, per il 2028. L’annuncio arriva dal vicedirettore generale del Comune, Roberto Botta, in audizione in Commissione Lavori pubblici.
Il Ponte è stato ideato da Risorse per Roma a inizio anni 2000, inserito di fretta e furia dal Governo Renzi fra le opere da finanziare con soldi pubblici nel 2014, annunciato più volte come imminente ma sempre rimasto un pezzo di carta buona solo per le annunciti di Sindaci e Assessori.
Ricordiamo a questo proposito Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica, che il 21 ottobre 2016 annunciava per l’inizio 2017 le procedure per la gara d’appalto del Ponte. Poi lo stesso Roberto Botta che, il 25 luglio 2019, in Commissione Lavori pubblici, annunciava per fine dicembre 2019 l’avvio delle procedure per l’appalto. E ora, alla lista degli annunci, si aggiunge Linda Meleo, assessore ai Lavori pubblici: “l’obiettivo è permettere al provveditorato alle opere pubbliche di indire la gara entro la fine dell’anno”. Ironicamente: la Meleo non specifica a quale anno si riferisca.
L’opera è pensata per ridisegnare la viabilità fra viadotto della Magliana, autostrada per Fiumicino, appunto il Ponte dei Congressi e la via del Mare/Ostiense. Che il Comune ha chiesto alla Roma di unificare anche nei 900 metri in cui il tracciato delle due strade è oggi divergente proprio per poter connettere meglio (e più economicamente) il Ponte dei Congressi.
Di fatto, con questo sistema si avrebbe una sorta di enorme rotatoria: il viadotto della Magliana diventerebbe a senso unico ad uscire da Roma mentre il Ponte dei Congressi è progettato a senso unico “ad entrare”: sarà infatti percorribile solo dall’Autostrada in direzione via del Mare. Costo: 172 milioni di euro dei quali 140 dello Stato e gli altri del Comune che, però, ogni anno entrano e escono dal bilancio capitolino. 
Con l’ennesimo allungamento dei tempi, crolla un’altra delle promesse della Giunta Raggi ed è ben chiaro perché in questa città non sia possibile fidarsi della Pubblica Amministrazione.
L’obiettivo condiviso con il Provveditorato (alle Opere pubbliche, ndr)  è quello di indire la gara entro il 31 dicembre del 2020” ha spiegato ieri Botta che ha aggiunto: “Per esperienza, riteniamo che questa gara non avrà una durata inferiore a un anno. Con una buona dose di ottimismo e sperando che non ci siano contenziosi e ricorsi, confidiamo di avere a gennaio 2022 il soggetto aggiudicatario” cui seguiranno espropri, archeologia, progettazione esecutiva. Tutta roba che per Botta non si concluderà prima di “metà del 2023” con 4 anni e mezzo di lavori. Risultato: anno di grazia 2028.

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