Dopo le critiche e le feroci ironie verso la Raggi per i nuovi “cestini” a forma di urna cineraria da destinare al centro storico, ci prova l’Ama a mettere una pezza.
Martedì 15, la Raggi pubblica sulla propria pagina Instagram la foto di questi nuovi cestini, in metallo brunito, dalla forma vagamente classicheggiante o, più propriamente, simili a un’urna funebre.
Dopo poco, un post su twitter della Taffo – notissima agenzia funebre – apre il via alle danze: “A noi piacciono. È proprio il nostro stile”. Otto parole la Taffo affonda questi tristissimi cestini.
E sui social i romani si sono scatenati: “L’hanno messa anche davanti al Pantheon?” si domanda Alessandro Fabbroni che aggiunge: “Ironia involontaria”. “Ero sicura. E quando le ho viste, queste eleganti urne cinerarie, non ho potuto che pensare, ma quanto gradirà Taffo questa citazione, questo evidente omaggio al suo stile inconfondibile…???!!!” scrive Flobis.
E, ancora, rivolti alla Taffo: “Ve l’ha servita su un’urna d’argento”; “nun ce vojo crede!!!! avete contagiato pure l’ama!!!!!”; “Ma perché, non è una vostra trovata???”; “Sembrano davvero delle urne! Siete fantastici.”; ”pubblicità occulta?”.
Ma soprattutto viene stigmatizzato il fatto che oramai i cestini, anche quelli in strada, dovrebbero prevedere la differenziazione dei rifiuti. E quindi: “Ma poi nel 2020 ci si aspetterebbe il cestino ripartito per plastica / latta – carta pulita – il resto”. Risposta al vetriolo: “Magari, però poi AMA creerebbe quattro dipartimenti per i cestini stradali, tutti indipendenti, che non comunicano e fanno come je pare, giusto per gestire ancora” peggio.
Nel pomeriggio di mercoledì 16, l’Ama diffonde una nota, grigia e triste come i cestini, ricca di spiegazioni tecniche superflue: “I nuovi cestini getta-carte in acciaio modello “anfora”, in sperimentazione da ieri nell’area monumentale del Pantheon e impiegati per la raccolta dei rifiuti minuti indifferenziati (da passeggio), rispondono a caratteristiche funzionali ed estetiche, studiate e approvate in accordo con il MIBACT-Soprintendenza Speciale Archeologica Belle Arti e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e rispettano gli standard qualitativi di sicurezza richiesti dalle Autorità competenti. Una volta terminata la fase di sperimentazione sui 5 prototipi, nei primi mesi del nuovo anno saranno collocati nel Centro Storico Monumentale i primi 500 esemplari della nuova fornitura (che andranno progressivamente a sostituire gli anelli reggisacco oggi impiegati)”.
Dopo aver rimarcato come la Soprintendenza abbia dato il suo assenso, Ama spiega: “La scelta del nuovo cestino, di colore grigio antracite in linea con l’arredo urbano del Centro Storico, è ricaduta su di un design sobrio e minimale, ma, allo stesso tempo che contenga e sintetizzi un valore allusivo rispetto alla memoria storica della Città e dell’immagine che ha nel mondo, evidenziando una citazione in forma contemporanea delle linee essenziali ed eleganti che troviamo in un contenitore del passato particolarmente diffuso nell’intera area mediterranea, come l’anfora. Le specifiche tecniche del prodotto sono state messe a punto dai tecnici interni AMA, sulla base di un attento studio preliminare sulle forme ad opera dell’architetto Marco Tamino”.
Insomma, una sconfinata supercazzola per un’urna cineraria.
Altra spiegazione: “Il cestino è realizzato con fasce metalliche tronco-coniche distanziate di circa 4 cm, come richiesto per motivi di sicurezza (antiterrorismo) da parte della Questura di Roma, fissate su centine strutturali interne, inserite su di un elemento basamentale in acciaio riempito di cemento. Il contenitore è composto da due parti (una fissa ed una mobile), opportunamente incernierate, per permetterne l’apertura per il posizionamento e l’estrazione dei sacchetti porta rifiuti trasparenti, che verranno disposti al suo interno, e per consentirne l’eventuale ispezione visiva e merceologica del materiale contenuto da parte degli addetti al controllo e alla pubblica sicurezza. L’obiettivo è di abbinare alta qualità tecnologica, durabilità dell’oggetto e facilità manutentiva agli elevati standard di sicurezza richiesti”.
Poi il lirismo e l’involontaria, si spera involontaria, comicità: “Il nuovo cestino rientra nell’esigenza di sviluppare e progettare una linea di oggetti e strumenti che possano essere unitariamente riconducibili ai servizi messi a disposizione della collettività da AMA S.p.A. Il cestino farà dunque parte integrante di una «familyline» di prodotti caratterizzati da forti contenuti identitari che interesseranno le varie modalità di raccolta dei rifiuti. L’inserimento nel territorio di Roma Capitale dei nuovi contenitori, infine, contribuirà a definire un’immagine migliore e una maggiore funzionalità rispetto a quelli esistenti, elevando anche la qualità del decoro urbano”.
Insomma, per Ama il segno distintivo di Roma sarà un’urna cineraria sicuramente un passo avanti rispetto ai cumuli di immondizia che allietano le strade cittadine.
Nessun accenno, però, nelle specifiche al problema della differenziata.
Nel presentarli sulla propria pagina Instagram il sindaco Raggi aveva scritto: ”Anni fa dopo l’innalzamento dei livelli di sicurezza antiterrorismo, in tutta Italia, i vecchi raccoglitori sono stati sostituiti con buste di plastica trasparenti, che spesso si rompono, facendo cadere a terra i rifiuti” aggiungendo “c’era la necessità di realizzare un modello di cestino pratico e facilmente svuotabile dal personale Ama”.
Per inciso: le buste di plastica trasparenti cui fa riferimento la Raggi sono in uso da anni a Parigi, anche nelle zone di maggior pregio – Champs Élysée, Arc de Triomphe, Madeleine, Assemblée National, Bourse, Monparnasse, Tour Eiffel – che in quelle più antiche, come il Marais, Notre Dame, Ile de Saint Louis, Louvre. Solo che vengono svuotate ogni tre ore. Ecco perché non si rompono.