Anche il Comune di Roma si accorge, tardi e male, che i bilanci del Teatro di Roma sono sbagliati. Dopo tre bocciature da parte del Collegio dei Revisori, ora è il turno della Ragioneria generale del Comune che stronca la quarta versione del documento economico del Teatro con una lettera, spedita il 14 aprile scorso, a firma del direttore del “Consolidato e controllo contabile delle Partecipate”, Maria Iosè Castrignanò, indirizzata al Teatro e ai relativi uffici comunali, Bilancio e Partecipate.
Sotto la lente del Campidoglio, però, non ci finisce il fatto che a metà aprile manchi ancora il documento contabile, o che si sia alla quarta versione ancora da rivedere, né la gestione che suscita costanti critiche dalle opposizioni di centrodestra in Campidoglio ma anche in Parlamento. In questo caso, la bocciatura del documento contabile del Teatro è per due errori di calcolo. Il primo, riguarda i contributi agli spettacoli dal vivo erogati dal Ministero della Cultura nell’ambito del Fondo unico per lo spettacolo. E l’errore nel conteggio è di 52mila euro e spicci. Il secondo errore è ancora più esiguo: 7595 euro conteggiati in modo errato sui contributi erogati proprio dal Comune di Roma. In totale, questi due errori raggiungono la faraonica cifra di 59mila 605 euro ma che sortisce, alla fine, ripercussioni sul calcolo del margine operativo lordo che risulta, quindi, sballato. Se economicamente la rilevanza di questi calcoli errati è di impatto minimo, è molto più rilevante il peso politico degli stessi: alla quarta stesura del bilancio, in ritardo già di 4 mesi, ancora ci sono tabelle e conti sbagliati.
A questo rilievo, il presidente del Teatro, Ernesto Bevilacqua, ha spedito un messaggio ai membri del Consiglio di Amministrazione e al Collegio dei Revisori. Si legge che il Comune “ha segnalato un errore di calcolo che si é rivelato alla fine un inserimento di vecchie tabelle di sintesi al posto di quelle corrette, quindi, i valori del budget restano identici a quanto già approvato”. Si chiede Bevilacqua: “Considerati i tempi stretti, come vogliamo procedere?”. Le ipotesi dono una riunione d’urgenza (non prevista dai regolamenti) del Consiglio d’Amministrazione “oppure è sufficiente uno scambio di e-mail”.
Attacca ancora Federico Mollicone che alla Camera striglia il Governo e il ministro Dario Franceschini: “Continuano gli episodi di mala gestione del Teatro che è pagato con i soldi dei romani, dei cittadini del Lazio e di tutti gli Italiani”.