• venerdì 19 Aprile 2024 00:49

Sul sito di Sport e Salute, la società erede della vecchia Coni Servizi, dipendente dal Ministero dell’economia, che si occupa della gestione dello sport, ad esempio con manutenzioni e ristrutturazioni di impianti sportivi, ci sono tracce che partono il 1 ottobre 2019 e che si interrompono mestamente il 14 maggio 2020 con due righe in cui viene data comunicazione che “il Concorso di progettazione per la riqualificazione architettonica-funzionale” del Centrale del Foro Italico è fermo: “non è stato dato avvio alle operazioni successive alla scadenza dei termini per la presentazione delle offerte. A tal proposito saranno fornite adeguate e tempestive comunicazioni al più presto”.
E ieri a richiamare l’attenzione su questa latitanza è Christian Rocchi, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma che ha spedito una lettera alla Sottosegretaria di Stato con delega allo Sport Valentina Vezzali per chiedere un intervento risolutivo.
Si legge nella lettera: “Pur consapevoli che cause derivanti anche dall’emergenza sanitaria e altre problematiche legate al cambio di governance tra Coni e Servizi spa a Sport e Salute spa hanno di fatto interrotto il corretto svolgimento del concorso di progettazione in oggetto, le segnaliamo che ad oggi lo stato della procedura segna un paradosso in quanto, effettuata la consegna degli elaborati, non è stata ancora né nominata la giuria, né tantomeno calendarizzate le fasi successive”.
In realtà, voci di corridoio non ufficiali dicono che a breve potrebbe essere formalizzata la nomina della Commissione che dovrà esaminare i progetti presentati: Spot e Salute avrebbe richiesto a Regione, Campidoglio e Soprintendenza l’indicazione di una rosa di nomi fra cui scegliere i Commissari. Quindi, più che un vero e proprio stop sarebbe un lungo rallentamento.
Il concorso si basa du un Protocollo di Intesa fra Comune e Coni (qui il testo) e prevede una serie di interventi di recupero fra cui spiccano il recupero della ex Casa della Scherma e la realizzazione di un nuovo Centrale del Tennis.
Proprio il Centrale è l’oggetto del contendere. Spiega il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), architetto e da sempre paladino della tutela e del rilancio del Foro Italico: “Il concorso è stato ideato male. Il nuovo Centrale deve rispondere al progetto urbanistico originario progettato da Del Debbio nel 1960, cioè deve seguire la serialità degli impianti “in cavea”. La filosofia era di lasciare tutto libero e pubblico, senza impattare con l’ambiente naturale circostante come lo Sperone di Monte Mario. Aggiungo che la Soprintendenza aveva autorizzato questo palazzetto a condizione che fosse temporaneo ecco perché è stato usato l’acciaio e quindi imbullonare e sbullonare. Se si deve fare un concorso non può essere per una copertura di un impianto temporaneo ma per rifare completamente l’impianto che va fatto “in cavea””.
Quello del Foro Italico è il più bel progetto di paesaggio dell’architettura moderna a Roma – spiega l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuorie certo il centrale del Tennis, così com’è, rovina tutto. Va ripensato senza dubbio ma non so se sia possibile scendere “in cavea” per la presenza del collettore di Monte Mario e per la profondità che sarebbe necessario raggiungere”.

 

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