Una cosa è rimasta sempre funzionante a Roma indipendentemente dai Sindaci e partiti che si sono succeduti in Campidoglio: la cultura e le sue istituzioni. Ora, quasi fosse un’Ama qualunque, il quinquennio dei 5Stelle in Campidoglio, segna anche il Teatro di Roma che va nel caos: salta un primo direttore a novembre scorso (Giorgio Barbieri Corsetti), salta due giorni fa il direttore designato (Pier Francesco Pinelli), la maggiore indiziata a succedergli (Francesca Corona) non avrebbe i requisiti. In più, esattamente con lo stesso cliché delle partecipate, i bilanci sono stati approvati in ritardo, al quinto tentativo e con il voto contrario del Ministero della Cultura (uno dei tre soci del Teatro insieme a Regione e Comune) e con rilievi pesantissimi sulla tenuta della contabilità da parte dei revisori dei conti.
Ora spunta un brogliaccio legale, chiesto dal presidente del Teatro, Ernesto Bevilacqua, a uno degli studi di avvocati consulenti dell’attuale management della struttura che, con linguaggio molto diplomatico, stronca proprio le consulenze disposte dallo stesso Bevilacqua.
Nell’”opinione” legale (non è un parere), firmata dallo Studio Scordino De Bellis(qui il testo completo), gli avvocati specificano che, per quanto siano sotto la soglia minima di 40mila euro, tutti i contratti, compresi quelli di assistenza legale, finanziaria e artistica, devono essere accompagnati “da una precisa motivazione che specifichi quanto meno il perché della scelta e l’assenza di personale interno qualificato”. Quelli di manutenzione o progettuali, invece non possono essere reiterati anno dopo anno e devono garantire la “partecipazione di microimprese, piccole e medie imprese”.
Oggi pomeriggio nuovo CdA che dovrebbe scegliere il nuovo direttore e sarà interessante vedere come si schiererà la Regione se, come in passato con il Campidoglio, o invece con il Ministero della Cultura ipercritico con il management.
In lizza ci sono Francesca Corona, consulente al Teatro India, e il regista Luca De Fusco. Secondo il capogruppo FdI in Commissione Cultura alla Camera, Federico Mollicone e il capogruppo in Campidoglio, Andrea De Priamo, la Corona non avrebbe i requisiti per essere nominata essendo “una consulente con un solo anno di teatro attestato nel curriculum anziché i 5 richiesti dal bando. Ci chiediamo cosa aspettino Ministero e Regione a chiedere le dimissioni del presidente Bevilacqua. Giovedì prossimo nel question time alla Camera presenteremo altri atti. Sull’”opinione legale, l’Anac batta un colpo”.