• venerdì 19 Aprile 2024 05:38

L’annuncio lo dà durante il suo intervento durante la seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina dedicata ai rifiuti: “ho chiesto alla Città metropolitana di predisporre un’ordinanza urgente per riaprire la discarica di Albano Laziale: assicuro ai cittadini di Albano che lo faremo per il tempo strettamente necessario”. Il resto dei suoi quindici minuti Virginia Raggi, sindaco di Roma, lo dedica a una sola cosa: scaricare la colpa del disastro rifiuti sulla Regione, chiamata in causa più e più volte, e sul suo presidente, Nicola Zingaretti.
È quella stessa Virginia Raggi che nell’ultimo Consiglio comunale straordinario sui rifiuti (era il 15 gennaio 2019) disse: “Roma non vuole discariche e la Città Metropolitana non vuole discariche. Lo dico ai sindaci che sono qui: non vogliamo altre discariche”.
Ora è tutto un aprire e riaprire le discariche: “rivolgo un appello a loro e a tutti i sindaci: appoggiateci nella battaglia per riaprire la discarica di Colleferro e gli altri impianti ancora utilizzabili”.
Il resto è un ripetere senza sosta che è colpa della Regione e del presidente Nicola Zingaretti.
La differenziata diminuisce sia secondo l’Ispra che secondo la stessa Ama: per l’Ispra (organismo tecnico del Ministero della Transizione ecologica) il 2020 si chiude al 43 e spicci per cento cioè al livello del 2018, per Ama siamo al 45,3, cioè al livello 2019. Per la Raggi è colpa della Regione: “Se la differenziata non cresce come dovrebbe il motivo è sempre lo stesso: la cronica carenza di impianti di smaltimento all’interno del Lazio”.
Non una parola sulla girandola di Assessori ai Rifiuti o dei manager Ama che in cinque anni si sono succeduti. Né una sui ritardi nell’approvare i bilanci Ama. E se non è colpa diretta della Regione e di Zingaretti, si usano inchieste agli esordi per adombrare complotti e oscure trame della criminalità organizzate.
Non una parola su un intero quinquennio trascorso senza che il Comune sia riuscito a portare a casa un solo impianto per il trattamento dei rifiuti: è sufficiente indicare la Lombardia che conta 23 impianti e lamentare che il Lazio ne ha uno e mezzo.
Che il Piano Rifiuti della Regione sia nato vecchio e sia insufficiente è un dato di fatto. Ma un errore, per quanto grande, da parte della Pisana non elide le responsabilità di Virginia Raggi e dei suoi: nel primo Consiglio comunale straordinario sui rifiuti (10 agosto 2016), un mese dopo l’insediamento della Giunta, la Raggi promise: “chiuderemo noi il ciclo dei rifiuti che non avete chiuso voi”.
Ci furono le promesse di una differenziata che avrebbe dovuto essere al 70 per cento nel 2021. Virgola più, virgola meno, siamo fermi fra intorno al 44, “ventisei punti lontani da quell’obiettivo” come ha evidenziato Piergiorgio Benvenuti (ex Presidente di Ama sotto Alemanno).
Le responsabilità della Raggi che vanno oltre i numeri e le percentuali: “un fallimento totale la raccolta porta a porta”, ha ricordato il capogruppo di Forza Italia, Marcello De Vito.
Opposizioni – che hanno garantito il numero legale vista l’assenza dei consiglieri pentastellati – che respingono al mittente le affermazioni del Sindaco: “Abbiamo ascoltato da Raggi un intervento che sfiora la parodia. Chi, se non il sindaco, ne è il primo responsabile, nel bene e nel male?” secondo il Pd Giulio Pelonzi. Per Andrea De Priamo (FdI): “Abbiamo sentito dalla sindaca un intervento lunare in cui ha parlato delle responsabilità della Regione Lazio ma il M5S governa la Regione con il Pd, avendo l’assessore alla Transizione ecologica”. Stessa linea per Maurizio Politi (Lega): “Un lungo sproloquio sulle colpe degli altri, la situazione delle altre province, ma nulla sulla Capitale che dovrebbe amministrare”.
A chiudere la replica dell’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani: “Le Regioni non realizzano gli impianti per la gestione dei rifiuti. Le Regioni autorizzano gli impianti su richiesta dei Comuni e degli operatori pubblici e privati, che sono chiamati a costruirli e a gestirli. Continuare a negare anche queste competenze, vuol dire imbrogliare i cittadini”.

 

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