• giovedì 25 Aprile 2024 22:20

Se le crepe del Piano Rifiuti regionale, varato nell’agosto dello scorso anno, erano emerse sin da subito, basato com’è principalmente su discariche neanche esistenti o non sufficienti, ora è decisamente da riscrivere da capo: il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna (Pd), ha annunciato di non voler concedere aree per costruire il “compound” al centro dei Piano regionale.
Nelle scorse settimane, durante le discussioni sull’ennesima crisi dei rifiuti a Roma, il Ministero della Transizione ecologica aveva indicato la riscrittura del Piano come uno dei provvedimenti da assumere.
Ora arriva la picconata finale. “Abbiamo detto a Lazio Ambiente che non daremo mai un terreno del Comune di Colleferro per realizzare un compound dove arriveranno anche i rifiuti di Roma”, ha detto Sanna nel corso di una conferenza stampa indetta nel Palazzo della Città Metropolitana di Roma dal gruppo consiliare di centrosinistra Le Città della Metropoli.
Se si tratterà di un impianto che serve gli 8/9 Comuni che fanno parte del Consorzio ci ragioniamo, ma se il progetto è per un impianto che serve a Roma i terreni non li faremo mai. A quel punto ci facciamo un impianto per il Consorzio Minerva. Lazio Ambiente e Ama hanno una società insieme, la Ep Sistemi, allora questo impianto lo facesse Ep Sistemi a Roma, in un terreno dentro la città”.
La guerra dell’immondizia, innescata da Roma con la decisone della Raggi e dei suoi di ritenere non esistenti sul territorio cittadino aree dove collocare impianti per trattamento e smaltimento dei rifiuti, vede la demolizione del Piano regionale ma anche la presa di posizione dei sindaci (di centrosinistra) dell’hinterland che, sostanzialmente, lanciano un’accusa alla Raggi: quella romana è un’emergenza elettorale, non sanitaria.
Sinteticamente, sostengono Massimiliano Borelli (Albano), Esterino Montino (Fiumicino), Pierluigi Sanna (Colleferro), l’incapacità a decidere del Comune di Roma e della Raggi in questi cinque anni ha creato il caos che ora la Raggi prova a scaricare sui comuni della Provincia.
E se questa posizione è dei sindaci di centrosinistra, contro la riapertura della discarica di Albano Laziale si sono schierati, ne giorni scorsi, anche i sindaci grillini di Ardea, Mario Savarese; di Pomezia, Adriano Zuccalà; e di Marino, Carlo Colizza.
E mentre Roma affonda con Ama che non riesce a raccogliere i rifiuti in giro per la città, la Raggi annuncia, fra gli sberleffi, la rabbia e le ironie della rete, che Ama ha un “utile di 28 milioni di euro”. Che poi riesca a tirar su la mondezza, questo è un altro discorso.

 

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