• martedì 23 Aprile 2024 21:51

Ferie sacrosante, sia chiaro. Ma aprire un ufficio anagrafico decentrato per fare due selfie da usare in campagna elettorale e poi richiuderlo subito dopo per mancanza di personale, suona solo come una colossale presa in giro dei cittadini.
Succede anche questo nella Roma di Virginia Raggi: l’Ufficio anagrafico decentrato a La Rustica nel V Municipio, aperto due mesi fa con gran fracasso di trombe e rullar di tamburi, chiude per ferie.
La denuncia arriva da Fratelli d’Italia. Spiegano Francesco Figliomeni vice presidente dell’Assemblea Capitolina e Daniele Rinaldi coordinatore del partito della Meloni in V Municipio: “Rimaniamo sconcertati dinanzi al fatto che l’ufficio anagrafico di un quartiere già di per se abbandonato come La Rustica, annunciato cinque anni fa e realizzato solo due mesi fa, sarà chiuso in questo mese di agosto. In un momento in cui i cittadini hanno più tempo per affrontare, non senza fatica, queste incombenze, come nei film di fantozziana memoria, si vedranno un bel cartello ‘chiuso per ferie’ con riguardo ad un importante servizio pubblico”.
Da mesi gli uffici anagrafici dell’intera città sono nell’occhio del ciclone: appuntamenti per carte di identità alle calende greche, difficoltà di accesso, assenza di risposte.
Uno dei servizi fiore all’occhiello del Campidoglio, da Rutelli a Veltroni, da Alemanno a Marino – almeno fino a quando a dirigere l’Anagrafe c’era Angelo Ottavianelli, transitato poi a fara il capo del personale del Comune – risulta, come mezza città, totalmente inadeguato.
“Vogliamo ribadire con forza il sacrosanto diritto dei lavoratori di andare in ferie – aggiungono Figliomeni e Rinaldi – ma con altrettanta forza vogliamo stigmatizzare l’incapacità dei vertici politici del V Municipio nell’organizzazione delle risorse umane, a cominciare dal presidente grillino Boccuzzi, che si definisce ‘talebano del M5S’. Come i vertici del Campidoglio anche lui si è preoccupato di tentare di mettere solo qualche ‘bandierina’ per i social. È inaccettabile inaugurare un ufficio poco prima della campagna elettorale e poi lasciarlo sguarnito”.

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