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Parafrasando il Marchese del Grillo ad Aronne Piperno: “Bello lo stadio, belli i ponti, bello il centro fitness. Bello, bello, bello tutto”. Però, ad un prima lettura delle carte, c’è molto che manca.
E quel che manca oggi può diventare un problema domani. Più le incognite della conferenza di servizi.
CONFERENZA DI SERVIZI “INNOVATIVA”
Il Comune ha “indetto” la Conferenza di Servizi. Ma, da quanto trapela, non ci saranno vere e proprie riunioni né globali né tematiche ma solo una richiesta di pareri scritti. L’altro ieri il Campidoglio ha spedito a un lungo elenco di funzionari statali, regionali, della città metropolitana, del Campidoglio, del Municipio e delle Società dei pubblici servizi, il progetto. Sono partiti quindi ieri i 15 giorni a disposizione di tutti questi funzionari per chiedere alla Roma informazioni o integrazioni documentali. Richiesta di integrazioni che potrebbe interrompere il count down dei 90 giorni totali entro cui la Conferenza di Servizi dovrà concludere i proprio lavori con il verbale finale. Dopo di che, interazioni o meno, la Roma dovrà presentare il progetto ai tecnici o in una seduta “fisica” o online.
Poi si andrà alla redazione dei pareri: ogni ufficio chiamato ad esprimersi sul progetto si limiterà a leggere le carte e spedire il proprio parere che potrà essere positivo, positivo con prescrizioni o negativo. Non è ancora chiaro – nonostante le richieste di chiarimento all’Assessorato all’Urbanistica – cosa avverrà se diversi uffici dovessero spedire pareri fra loro in contrasto.
La prima lettura del Campidoglio è che sarà poi tutto rinviato alla Conferenza di Servizi decisoria, quella finale di competenza regionale. Resta, tuttavia, aperto il problema di come la Roma dovrà redigere il progetto definitivo se, rispetto allo Studio di Fattibilità, vi saranno pareri fra loro contrastanti.
QUEL CHE NON C’È NEL PROGETTO
1/LA PROPRIETÀ DELLE AREE
Il primo punto che salta agli occhi è quello sulla proprietà delle aree. Nel testo della Roma c’è uno scarno passaggio: “Da una prima indagine sullo stato giuridico dei suoli interessati dal sedime dello Stadio e dal Parco di pertinenza , emerge che non dovrebbero sussistere aree di proprietà privata, in quanto non espropriate, a meno di una piccola area edificata (di cui alla lettera A del precedente paragrafo). Tuttavia, sarà comunque necessario che Roma Capitale effettui una verifica in merito, in quanto, dall’elaborato “Assetto proprietario catastale” allegato alla Deliberazione G.C. n.143 del 17/07/2020 “Approvazione dello Schema di Assetto Generale dell’Anello Verde…” si evince che parte del sedime risulterebbe di proprietà di Privati e di Soggetti giuridici privati”.
Il mancato, totale approfondimento non solo sulla “proprietà” delle aree ma anche sulla effettiva “disponibilità” delle stesse da parte del Comune potrebbe riservare sorprese.
2/SONDAGGI GELOGICI
Da pagina 162 in poi, la Relazione Tecnica al progetto riporta le questioni legate alla geologia e, quindi, al sottosuolo.
Quel che emerge è che non è stato fatto nessuno sondaggio in loco: niente trivelle, insomma. Ma è stata utilizzata tutta la “letteratura scientifica” ovvero tutti i sondaggi e gli scavi che sono stati effettuati negli ultimi anni.
Il problema, visto dal lato Lavori pubblici del Campidoglio, è più complesso: al netto della qualità dello studio prodotto, il nodo è quello della mancanza di analisi delle prove di resistenza ai sismi. Che quindi rende il progetto preliminare solo un’ipotesi preliminare da confermare in sede di progetto definitivo dopo i sondaggi veri e propri. Solo che il Piano Economico finanziario dell’intera opera prevede che il comparto stadio, quindi praticamente il 90% del costruito, da solo vale 330 milioni di euro (+ Iva) cioè il 69% del peso economico totale dell’intero progetto presentato.
Non è da escludersi che gli uffici possano chiedere di “confermare” le ipotesi progettuali del preliminare con dei sondaggi anche questo livello di definizione perché la norma prevede che il progetto definitivo non possa discostarsi troppo dal preliminare.
3/PESO DELLE OPERE PUBBLICHE
Come sappiamo, il Campidoglio deve votare, in Consiglio comunale, dopo al conclusione della Conferenza di servizi preliminare, il “pubblico interesse” all’opera.
Pubblico interesse che è legato necessariamente alla presenza di opere pubbliche. Nel progetto (pagina 27) si legge:
“In via del tutto preliminare, si ritiene che gli interventi strettamente funzionali alla fruibilità dell’Impianto (Sistema Stadio), al riconoscimento del Pubblico interesse e alla sistemazione urbanistica dell’area d’intervento interessata siano i seguenti: Parco dello Stadio (circa 14 ettari); Parco Centrale (circa 4,7 ettari); Parcheggi pubblici per circa n.2.880 posti auto, n.10.000 posti moto/bici, parcheggi privati per n.384 posti auto; Modifiche e integrazioni alla rete viaria di accesso allo Stadio: nuova rotatoria e aste viarie di accesso da via dei Monti Tiburtini e via dei Monti di Pietralata; Rete dei percorsi ciclo-pedonali; Ponti pedonali: Stadio/Stazione Tiburtina, Stadio – Via Monti Tiburtini/Ospedale Pertini, Stadio – via Monti di Pietralata/via Livorno (In area FS); Adeguamento pedonale/ambientale di via Livorno; Adeguamento stazione Metro Quintiliani; Distretto Tecnologico Energetico dello Stadio e del Centro Direzionale”.
Nei costi (Piano Economico finanziario asseverato, pagina 30) si legge: “In particolare, il costo di costruzione dell’infrastruttura Stadio, comprensivo di impianto sportivo (e.g. campo da gioco, aree hospitality & mice, ricettive e benessere & intrattenimento, servizi per gli utenti) e aree parcheggio è pari a complessivi 336,0 € Mln al netto di IVA, mentre le opere pubbliche (i.e. ponti di collegamento, aree verdi, playground e aree entertainment, pista ciclabile, modifica rete viaria) comporteranno un costo complessivo pari a 16,7 € Mln.”
Mettendo insieme i due elementi, quel che emerge è che la Roma prevede di spendere 16,7 milioni (20,3 iva inclusa ovvero il 3,5% della spesa totale di 582,1 milioni di euro) per costruire i tre ponti pedonali le aree verdi, la pista ciclabile, e le modifiche alla rete viaria.
Non c’è traccia né del progetto neanche in bozza né dei relativi costi del rifacimento della stazione della metro B di Quintiliani che, il cui rifacimento è inserito nel progetto fra le opere di pubblico interesse ma nella relazione sul traffico la si prevede chiusa in occasione delle gare.
Inoltre, la quota del 3,5% delle spese in opere pubbliche, appare decisamente sottodimensionata rispetto al valore globale del progetto intero.
4/I PARCHEGGI
Nella Relazione economica asseverata, la Roma inserisce fra le fonti di ricavo a copertura dei costi anche i parcheggi. Solo che gli stessi devono essere assegnati con apposita concessione. Ed è ancora tutto da dimostrare che sia la Roma a vincere l’eventuale bando.