• martedì 16 Aprile 2024 11:41
Cinghiali all’Aurelio
La decisione di procedere alla soppressione dei cinghiali è stata presa tre giorni prima del 19 ottobre al tavolo tecnico presieduto dai dirigenti del Comune di Roma”.
Il coordinatore del Distretto Roma Sud della Polizia Provinciale, Mario Sette è molto chiaro: la storiaccia dei cinghiali abbattuti è una responsabilità che pesa sul tavolo congiunto con Regione, Comune, Città Metropolitana, Asl e Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Ma a presiedere questo tavolo ci sono i funzionari del Campidoglio.
La vicenda della soppressione dei sette cinghiali, avvenuta all’Aurelio il 19 ottobre scorso, è approdata in Commissione Trasparenza in Città Metropolitana, presieduta dal consigliere Giovanni Libanori (Fratelli d’Italia).
Durante l’audizione, Sette ha spiegato come si è arrivati alla decisione di sopprimere i sette cinghiali: “Al tavolo partecipano colleghi dell’Ispra, della Regione, della Città Metropolitana. E la procedura, raccolta nel Protocollo Regione/Comune, è il frutto di un lungo lavoro, durato due anni, coordinato dalla Prefettura con un confronto fra tutte le Istituzioni coinvolte, Regione, Città Metropolitana e Comune. Alla Polizia provinciale spetta solo il compito di procedere alle operazioni materiali di cattura degli animali. Il personale ha operato con carabine ad aria compressa armate con dardi sedativi calibrati dai veterinari solo per addormentare gli animali”.
La vicenda per giorni ha animato il dibattito politico con il solito rimpallo di responsabilità fra Regione e Comune che si sono rimbalzate la colpa dell’uccisione, le accuse delle varie associazioni animaliste di brutalità: il 16 ottobre scorso, a tarda sera, una task force di Polizia Provinciale, Vigili urbani, Carabinieri, veterinari della Asl, ha proceduto prima alla sedazione poi alla soppressione di sette cinghiali, una mamma e i suoi sei cuccioli, rinchiusi dentro il Parco Mario Moderni in via San Silverio all’Aurelio
A questo proposito, durante la Commissione Trasparenza, uno degli elementi emersi è che le varie associazioni animaliste che, proteste a parte, si erano offerte di prendere in carico gli animali, non avevano però  effettivamente formalizzato la loro proposta per iscritto, cosa che, quindi, per i funzionari pubblici incaricati di applicare il protocollo, ha significato non poter procedere a interrompere le procedure.
Nel verbale del tavolo tecnico – spiega ancora Sette – si legge che le associazioni che si erano offerte di prendere in carico i cinghiali, invitate a formalizzare la loro proposta per iscritto non l’hanno fatto”.

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