• venerdì 19 Aprile 2024 00:19

 

Nel novembre 2016 i poteri non servivano. Dopo cinque anni di Campidoglio, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, cambia idea e chiede poteri. E soldi, ovviamente.
Agli atti del Consiglio regionale del Lazio, c’è una seduta della Commissione Affari Istituzionali del 16 novembre 2016 (link alla pagina) e in una fra le prime uscite, la Raggi rifiutò poteri a Roma per il governo del territorio.
Ieri, durante la seduta speciale dell’Assemblea Capitolina dedicata allo status di Roma Capitale, la celebrazione del cambio di idea: “Da anni si parla di poteri e risorse speciali per Roma. Una richiesta che ho fatto ai quattro governi che si sono succeduti dal 2016 ad oggi e che farò di nuovo a Draghi”.
Sul piatto, però, ci sono i soldi. Tanti. Quelli del Recovery Plan: gli 8-10 miliardi per Roma non bastano: “noi abbiamo presentato progetti per 25 miliardi” dice la Raggi che, con altro cambio di idea, dopo aver detto “no” alla candidatura olimpica di Roma oggi rilancia: “ci sono altre grandi opportunità che sono il Giubileo del 2025 e poi l’Expo 2030, per cui abbiamo avanzato la candidatura”.
I soldi non bastano mai ma la maggiore difficoltà che incontrano i Sindaci di Roma è quella di tradurre le idee, quando ci sono, in atti concreti.
E il dibattito di ieri – al termine della seduta, approvata all’unanimità dai consiglieri una mozione per “sostenere la piena attuazione della riforma di Roma capitale” – ha riproposto gli stessi identici dilemmi degli ultimi decenni.
Siamo ancora con gli stessi dilemmi dell’anno 2000, anno del confronto fra la Giunta Storace della Regione e quella Veltroni in Comune: il rapporto coi Municipi e quello con gli altri comuni dell’hinterland, le dimensioni di Roma, la creazione di Roma Regione, il confronto col Governo, la necessità di una riforma costituzionale o l’uso di leggi ordinarie.
Il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, rilancia: “passare da una Capitale grande a una grande Capitale” che non è una riedizione di una vecchia pubblicità di un pennello ma l’idea di proporre “a livello regionale, una legislazione in materia di costituzione di nuovi Comuni, con l’adeguamento di competenze e funzioni degli attuali Municipi di Roma Capitale”. Insomma, invece di un solo Campidoglio, quindici.
Per il grillino Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera,”nelle prossime settimane partirà l’esame di una proposta di legge costituzionale che modifica” la Costituzione.
Su carta sembrano tutti d’accordo: Paolo Barelli e Maurizio Gasparri di Forza Italia, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia che parla anche di “invidia e risentimento” nei confronti di Roma. La Lega, con la deputata Sara De Angelis, annuncia la presentazione di un disegno di legge per Roma.
A sinistra, Loredana De Petris (Leu, ex assessore all’Ambiente con Rutelli) vuole la legge ordinaria, mentre Roberto Morassut (Pd, ex assessore all’Urbanistica di Veltroni) vuole poteri di tipo regionale. Ancora indeciso fra legge ordinaria o costituzionale il radicale Riccardo Magi.

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