• giovedì 18 Aprile 2024 08:55

 

Un unico leit-motiv: la responsabilità dell’addio della Roma al progetto Stadio di Tor di Valle è responsabilità del sindaco, Virginia Raggi, e dei 5Stelle.

Scorrendo il fiume di dichiarazioni che si sono susseguite da venerdì sera, poco dopo l’annuncio della Roma, a tutta la giornata di ieri, la figura della Raggi e le sue decisioni sono al centro della querelle politica.

C’è anche il mondo dello sport e della Roma che prende posizione. L’allenatore dei giallorossi, Paulo Fonseca: “Posso dire che il presidente ha voglia di costruire uno stadio per i tifosi”. L’ex presidente James Pallotta pubblica una foto dei “no allo stadio” commentando con “Almeno alcune persone saranno felici oggi”. Giancarlo De Sisti: “per la crescita di un club c’è il bisogno di avere lo stadio e ricominciare da capo certamente allunga i tempi”. E, soprattutto, l’ex capitano, Daniele De Rossi: “Il no alle Olimpiadi e allo stadio tolgono qualcosa all’Italia e alla Roma, senza dubbio.  Ho partecipato a due presentazioni, una con i Sensi e una con Pallotta e tutte le volte ci ho sperato. Invece è rimasto solo il plastico nello sgabuzzino. È un peccato per Roma, perché costruire lo stadio sarebbe stata una miccia per il calcio italiano”.

Veniamo alla politica che usa toni molto meno diplomatici.

Mondo diviso in favorevoli al progetto e contrari. Ma, entrambi e in modo diverso, identificano nei grillini la causa di tutti i guai.

L’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini: “Con Luca Bergamo (ex vicesindaco, ndr) avevamo una posizione contro. Per nove mesi ha portato avanti la parte nella commedia di essere contro lo stadio, poi a gennaio fa incontri per lo stadio con la Roma. È stato vergognoso”. Il Codacons parla di “vittoria della città e fallimento Raggi”. Per Stefano Fassina (sinistra italiana) “l‘amministrazione politica della città è stata a rimorchio degli interessi privati”.

Da sinistra, “Con i 5Stelle 5 anni di propaganda e niente fatti” per il consigliere ex Pd del VI Municipio; Dario Nanni. Per Giulio Pelonzi: “se non fosse stato bloccato il progetto Caudo lo stadio sarebbe già stato in costruzione. È l’ennesimo fallimento dell’amministrazione Raggi”.

Dal centrodestra, Maurizio Gasparri (Forza Italia) attacca: “La rinuncia  segna un ulteriore fallimento dell’amministrazione Raggi, la peggiore presenza nella città di Roma dai tempi di Nerone ai giorni nostri”. Francesco Figliomeni (Fratelli d’Italia), stigmatizza la distanza fra i toni trionfalistici della Raggi e la realtà: “Un’amministrazione inconsistente che ha fatto naufragare, con i suoi ritardi le sue contorsioni e la sua arroganza, ogni iniziativa e ogni progetto di rilancio della Capitale. Dopo il no alla candidatura alle Olimpiadi, un altro nulla di fatto per questa vicenda che avrebbe avuto un impatto positivo, sia come opportunità di lavoro che come infrastrutture, per gli sportivi e per i romani”.

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