Lo scandalo filobus assume proporzioni di un gigantesco danno erariale: in 16 mesi Atac ha (giustamente) incassato dal Comune oltre 7,7 milioni di euro come costi per i filobus, per km mai percorsi visto che le vetture, salva una parentesi di 15 giorni a giugno 2020, sono chiuse in deposito. Per di più, dalla corrispondenza ufficiale fra Atac e il Campidoglio emerge come i lavori per il corridoio della mobilità Eur-Laurentina, vanto propagandistico della Raggi nel 2019, non siano mai stati completati dal Comune e siano la causa delle vetture a filo ferme.
L’8 luglio 2019, con claque al seguito, il sindaco Virginia Raggi e l’allora assessore ai Trasporti (oggi ai Lavori pubblici) Linda Meleo inaugurarono il corridoio della mobilità Eur-Laurentina. Opera avviata da Veltroni, costata oltre 163 milioni di euro e con un’inchiesta su presunte tangenti incassate dall’allora ad dell’Eur, Riccardo Mancini (deceduto dopo il primo grado) sulla fornitura per 20 milioni dei filobus della Breda.
“Una piccola rivoluzione”, “meno di 36 mesi per rimediare ad anni di blocchi e irregolarità varie”, “abbiamo completato quest’opera”, alcune delle frasi di quel giorno.
Poi, però, arrivano le carte vere.
Scrive Paolo Simioni, all’epoca amministratore unico di Atac, il 24 aprile 2020 una bella lettera all’assessore ai Trasporti, Pietro Calabrese.
La lettera è indirizzata anche al commissario liquidatore di Roma Metropolitane, Giovanni Mottura, che pochi giorni dopo questa lettera, succederà proprio a Simioni alla guida di Atac.
Roma Metropolitane, società che progetta infrastrutture di mobilità e che la Giunta Raggi ha portato sull’orlo del fallimento, è formalmente proprietaria dei filobus.
Fra Roma Metropolitane, Comune e Atac c’è un accordo del 2017 in base al quale, appena finiti i lavori sul Corridoio, i mezzi passeranno per la manutenzione ad Atac.
Il nodo è tutto qui: i lavori sul Corridoio non sono mai stati completati, checché ne abbia detto la Raggi e Atac, quindi, e non intende caricarsi della manutenzione dei filobus causa “impossibilità di bilanciamento” dei costi.
Lo scrive Simioni: “Atac ha più volte evidenziato con note del 18 settembre 2019, del 4 dicembre 2019, del 13 marzo e 27 marzo 2020, che il protocollo di intesa (del marzo 2017, ndr) non ha trovato esecuzione in parti essenziali prime fra tutte il mancato completamento dei corridoio Laurentino-Eur-Tor de’ Cenci”.
Perciò, Atac comunica che dal “1 maggio 2020 la flotta filobus verrà posta fuori servizio” e sostituita con normali bus diesel. Non solo. C’è pure la beffa: “Sarà cura di Atac comunicare i costi da sostenere per la custodia dei mezzi preso il sito di Tor Pagnotta”.
Quindi: i filobus non circolano ma li paghiamo tre volte.
La prima: essendo colpa del Comune il mancato completamento del Corridoio, la non disponibilità delle vetture esenta Atac dal servizio che però il Comune paga. E profumatamente: il conto da gennaio 2020 a aprile 2021 è di 7,7 milioni circa versati ad Atac come “bonus”. Invece dei 2 milioni e 200 mila km da percorrere coi filobus, Atac ne ha fatti solo 672 mila ma ne ha aggiunto un altro milione e mezzo in fattura.
Ovviamente, il Comune paga i bus che sostituiscono i filobus e poi paga anche i costi di custodia dei veicoli.