Quasi 30 milioni di euro: tanto ha “incassato” Atac nei mesi del Covid da Regione e Comune per chilometri mai percorsi.
Si può semplificare e definirlo il “bonus Covid”: sono i contributi che, per le normative nazionali e regionali, vengono erogati alle Aziende di trasporto per “coprire” i maggiori costi e le minori entrate causati dalla pandemia.
Chiariamo subito: è tutto perfettamente legittimo ma Atac fra marzo e luglio ha ricevuto da Regione e Comune pagamenti per 6,5 milioni di km mai percorsi. Pari, appunto, a 29 milioni e 222mila euro.
Atac ha diffuso i dati relativi al servizio offerto all’utenza nei mesi di aprile, maggio, giugno e luglio.
In queste tabelle, Atac riporta i chilometri mensili previsti nel Contratto di Servizio con il Comune per i servizi di superficie – autobus, bus elettrici, filobus e tram – e per le tre linee di metropolitana; e nel il Contratto con la Regione Lazio per le tre ferrovie concesse (Roma-Lido, Roma-Civita Castellana Viterbo, e Termini-Giardinetti).
Insieme ai numeri su quanto Atac dovrebbe camminare, viene reso noto quanti chilometri le vetture abbiano effettivamente percorso.
C’è poi una terza voce, chiamata “produzione non effettuata per cause esogene” e contiene quei chilometri non percorsi dall’Azienda per una serie cause non imputabili ad Atac come, per esempio, le interruzioni di linea per incidenti stradali, oppure per eventi naturali, manifestazioni non programmate, disordini, malori di passeggeri e così via. E ora anche per il Covid.
In questo caso, Comune e Regione corrispondono all’Azienda una tariffa ridotta del 75%: ad esempio, invece di pagare 3,47 euro a chilometro per i autobus, il Comune ne paga 2,60. I costi, poi, variano in ragione dei mezzi: la tariffa ridotta per i bus elettrici è 3,56€/km; 4,96 per i filobus; 5,45 per i tram e 13,27 € a km per le metropolitane. Per le ferrovie concesse, invece, la Regione paga ad Atac 15 euro e spicci a chilometro.
A causa del Covid, le vetture viaggiano nominalmente con una capienza dell’80% ma, in realtà, avendo Atac interdetto l’area vicina alla cabina di guida e l’uso della porta anteriore, di fatto girano a capienza normale.
Tuttavia, le norme consentono l’erogazione di questi km bonus per non penalizzare le aziende del trasporto pubblico.
Nel dettaglio, i numeri ufficiali sono impietosi: da marzo a luglio, Atac avrebbe dovuto percorrere 39 milioni di km con i servizi di superficie e si è fermata a 33,2 con 5,6 milioni di km bonus. Dovevano essere percorsi 3,8 milioni di km con le tre linee metro e ci si è fermati a 3,2 milioni con 483mila km bonus. Infine, un milione e mezzo di km era l’obiettivo per le tre ferrovie concesse e siamo al di sotto del milione e 200mila km con 414mila km bonus.
Globalmente, Atac avrebbe dovuto fare 44,4 milioni di km.
Ne ha macinati solo 37,6 – 6,8 milioni di saldo negativo sulle previsioni – e ha ricevuto bonus per 6,5 milioni di km.
In termini economici, il controvalore di questi 6,5 milioni di km è di 29 milioni e 222mila euro.
Di fatto, quindi, il “bonus Covid” copre il 96% dei chilometri mancanti rispetto alle previsioni del Contratto di Servizio.
Utile raffronto: nell’intero 2019, il Comune ha pagato 1 milione 812mila km bonus. In cinque mesi, siamo a 6,5 milioni.