Negli ultimi cinque anni quello di ieri, sulla linea C della metro, non è certo il primo sciopero bianco.
Il primo, indimenticabile, fu quello sulla Termini-Giardinetti a marzo del 2017. Anche in quell’occasione, Atac e Campidoglio tuonarono e minacciarono sanzioni e sfracelli.
Per non farsi mancare nulla, lo stesso scenario si ripete a febbraio di quest’anno: nuovamente ferma la Termini-Giardinetti per mancanza di personale.
Decisamente prudente è non parlare di sciopero bianco agli utenti della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo che, da mesi, sono soggetti allo stillicidio di decine di corse cancellate ogni giorno, sia fra quelle urbane che nella tratta extraurbana, a causa, anche qui, di una lunga querelle sindacale con i macchinisti che chiedono un migliore inquadramento contrattuale.
Nelle scorse settimane, si sono toccati picchi oltre il limite del terzo mondo con più della metà giornaliere delle corse cancellate nelle ore di punta e in quelle meno affollate con la conseguenza – testimoniata da foto e video – di vagoni e stazioni stracolme di passeggeri infuriati anche per la mancanza di comunicazione da parte dell’Azienda.
Una situazione che ha spinto la Regione Lazio, proprietaria della linea il cui esercizio è svolto da Atac, a convocare i vertici Atac ad una prima riunione durante la quale l’Azienda aveva garantito l’immediato rientro alla normalità. Una promessa disattesa cosicché la Regione ha provveduto a noleggiare pullman privati da usare come mezzi sostitutivi.
Ancora in queste ultime giornate, poi, è sufficiente scorrere l’account twitter di Atac (@infoatac) per avere in tempo reale lo stato del servizio: i tweet non raccontano i disagi patiti dagli utenti ma, se non altro, rendono chiaro il disservizio.
Semplicemente conteggiando i tweet relaviti a chiusure e rallentamenti sulle tre linee metro, viene fuori che da inizio anno a fine ottobre, in 304 giorni, si sono verificati 306 “eventi”: 169 chiusure o sospensioni di linea e 137 episodi di rallentamenti. Il tutto ha causato la perdita di 24 giorni e 19 ore di tempo. Un “evento” al giorno.
Nello specifico, la linea più inaffidabile è la A: 109 volte si sono verificate chiusure di stazioni o sospensioni del servizio per 12 giorni e 16 ore di tempo perso. E per 30 volte si sono registrati rallentamenti che sono costati 2 giorni e 3 ore. Segue la C: 39 chiusure per 3 giorni e 64 rallentamenti per due giorni e mezzo persi. Chiude la B: 21 chiusure per un giorno e 17 ore perse e 43 episodi di rallentamenti per poco meno di due giorni persi.