• giovedì 25 Aprile 2024 12:25

Monte Carnevale, il sito scelto il 31 dicembre 2019 dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, come luogo dove realizzare la futura discarica di Roma potrebbe saltare. Sotto Monte Carnevale – come sostengono i residenti e le associazioni – ci sarebbe una falda acquifera.
Lo scrive l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) in una relazione riservata del marzo 2020 che è stata depositata agli atti di diversi ricorsi presentati al Tar da cittadini, associazioni, ministero della Difesa, Comune di Fiumicino e anche del Comune di Roma contro questo impianto.
La storia della scelta di Monte Carnevale – contraddizione totale a tutto il verbo grillino sui rifiuti e la dottrina “zero waste” – viene fuori durante una delle crisi cicliche dell’emergenza rifiuti della Capitale nel 2019. A dicembre di quell’anno, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, emana un’ordinanza con la quale impone alla Raggi di scegliere una discarica, cosa che fino a quel momento il Comune aveva rifiutato di fare.
La scelta di Monte Carnevale, zona Valle Galeria a poche centinaia di metri da Malagrotta, aveva portato a una delle tante rotture interne alla maggioranza grillina in Campidoglio con la consigliera Simona Ficcardi che da quel momento va in aperta opposizione alla linea scelta dal Sindaco.
Di fronte al Tar sono stati impugnati vari atti: la determina con cui la Regione Lazio stabilisce di non sottoporre a valutazione di impatto ambientale una parte del vasto progetto della NGR, società proprietaria dell’area, per la costruzione della discarica di rifiuti non pericolosi; le ordinanze del presidente della Regione; i documenti tecnici che identificano Monte Carnevale come sito idoneo; la delibera Raggi; la valutazione di impatto ambientale; l’autorizzazione 2019 a far partire la discarica di inerti . Per altro, su quest’ultimo punto, il ricorso è stato presentato dal Comune.
Ora, secondo l’Ispra sotto Monte Carnevale c’è una falda acquifera che “sebbene non risulti affiorante, dai dati degli elaborati consultati risulta […] quasi corrispondente, come quota, al fondo originario di escavazione della cava”. Questo con la permeabilità dei terreni determina “una vulnerabilità piuttosto elevata”.
Qualora il Tar accogliesse i ricorsi, oltre che una nuova crisi di lungo periodo sul ciclo dei rifiuti, il Comune potrebbe essere costretto a virare su altri siti, fra i quali secondo la Lega in Regione Lazio potrebbe esserci l’area di via Canestrini sull’Ardeatina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *