• giovedì 18 Aprile 2024 14:12

Sconfitti tutti: le opposizioni che mancano il colpo del KO; li sindaco di Roma, Virginia Raggi, la cui maggioranza è ormai ridotta solo a 19 consiglieri stabili; l’assessore alla Mobilità e vicesindaco, Pietro Calabrese, che è costretto a protocollare una sorta di lettera di spiegazione sulla Ztl rimasta aperta (qui il testo integrale)
Le mozioni di sfiducia contro Calabrese non passano: erano due, una del Pd e una di Fratelli d’Italia, presentate dopo che la Giunta aveva ignorato una precedente mozione votata a maggioranza per tenere spenti i varchi della Ztl lo scorso 7 aprile. A queste prime due, se ne aggiunge in corso di lavori d’Aula una terza della Lega.
Il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, decide di votare a favore delle mozioni: “rappresento l’Aula”, spiega, “e quindi di fronte a un atto che non rispetta il Consiglio, devo schierarmi”.
In teoria, quindi, le opposizioni su carta partivano da 25 voti.
La maggioranza, inclusa la Raggi connessasi durante il voto, solo 24.
I numeri finali sono ben diversi: perché una mozione sia approvata, i voti favorevoli devono essere di più della somma di quelli contrari, astenuti e non partecipanti al voto.
La mozione Pd raccoglie appena 20 voti a favore (qui la “strisciata” con l’esito della votazione). Quella di Fratelli d’Italia solo 19 (qui la relativa “strisciata”). Quella della Lega si ferma a 18 sì alla cacciata di Calabrese (questa la “strisciata”). All’appello, per le opposizioni, mancano 5 voti: Alfio Marchini che risulta essersi palesato qualche minuto per poi tornare nell’anonimato nel quale si trova da un quinquennio; Rachele Mussolini (problema familiare) e la ex grillina ora nel Misto, Agnese Catini, sono risultati assenti al momento del voto. A questi tre si aggiungono altre due ex 5Stelle, Monica Montella e Gemma Guerrini sempre polemiche a parole con gli ex compagni di partito, ma che stavolta hanno tirato i remi in barca risultando presenti ma non partecipanti al voto.
Neanche lato maggioranza le cose sono andate bene: dei 24 voti, Raggi compresa, che Calabrese aveva solo 19 gli hanno rinnovato la fiducia.
Quattro grillini – Enrico Stefàno, Donatella Iorio, Angelo Sturni e Marco Terranova – scelgono la strada dell’astensione: politicamente l’ennesima sconfessione della Raggi e della sua politica ma giuridicamente di fatto una forma di conferma della fiducia all’Assessore alla Mobilità.
Ovviamente, a stretto giro dopo la votazione ogni schieramento tira l’acqua al proprio mulino: i gruppi di opposizione parlano di vittoria politica e di maggioranza dissolta; i 5Stelle etichettano come “ridicolo” il tentativo “pantomima” di sfiduciare il Vicesindaco.

 

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