• giovedì 18 Aprile 2024 12:47

In attesa che di qui a qualche giorno – l’udienza di merito è fissata il 6 settembre – il Tar si pronunci sul ricorso presentato dal Comune di Albano contro la decisione presa da Virginia Raggi, nella sua qualità di sindaco della Città Metropolitana, di riaprire con una propria ordinanza la discarica di Albano chiusa dal lontano 2016, prosegue la diaspora dei rifiuti romani che vanno in giro per tutta Italia.

Quasi come una sorta di contrappasso, è Napoli, questa volta, ad accogliere i sacchetti dell’indifferenziato capitolino. Solo qualche anno fa era il capoluogo campano ad avere i cumuli di rifiuti sparsi per le strade cittadine. Ora, dopo che a Napoli sono stati costruiti discariche e termovalorizzatori, è la Capitale a spedire la “monnezza” in Campania.

L’annuncio, in realtà, era già stato dato alcune settimane fa durante una delle innumerevoli riunioni del tavolo coordinato dalla Prefettura proprio sull’emergenza rifiuti romana.

Fra le varie destinazioni indicate, una era proprio Napoli. Quando, poi, Ama, facendo i conti, si era resa conto che l’accordo con Napoli era ancora solo su carta e che altri siti di destinazione avevano manifestato una serie di problematiche era arrivato l’allarme rosso di “a settembre rischiamo 1300 tonnellate in strada”.

Ma andare a votare scavalcando cumuli maleodoranti di immondizia davanti alle scuole sedi di seggio, non è un buon viatico né per Gualtieri e il Pd che, con Zingaretti prima in Città Metropolitana e poi in Regione, governano il ciclo dei rifiuti da oltre quindici anni; né per la Raggi e i 5Stelle che dopo cinque anni lasciano in eredità più caos di quel che hanno trovato.

Per cui, dopo un quinquennio di irresolutezza, annunci privi di effetti concreti, l’unica strada che rimane per evitare il caos sotto elezioni, è spingere di nuovo verso l’export del rifiuto.

“Ringrazio il sindaco De Magistris per l’attenzione mostrata nei confronti della città di Roma”, ha annunciato l’assessore ai Rifiuti della Regione, Massimiliano Valeriani, che ha aggiunto “La disponibilità ad accogliere 150 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti nella Capitale consente di offrire all’Ama un ulteriore sbocco per il trattamento e lo smaltimento degli scarti urbani. Un altro importante sostegno ottenuto grazie all’impegno dell’Amministrazione Zingaretti che in questi anni non ha mai fatto mancare il proprio supporto al Comune di Roma per affrontare le ripetute crisi nella gestione dei rifiuti capitolini”.

Se da una parte è vero che, ogni volta che si è verificata una crisi del ciclo dei rifiuti a Roma – un evento sempre più frequente e lungo nel tempo – la Regione si è immediatamente attivata per stringere accordi con le altre Regioni italiane per creare sbocchi all’immondizia romana, dall’altra pesa come un macigno il Piano Rifiuti regionale, approvato la scorsa estate, le cui vistose lacune lo rendono un Piano nato vecchio e sbagliato nei calcoli e nelle previsioni.

Fatto sta che la Sapna, la società napoletana che gestisce gli impianti dei rifiuti, accoglierà i sacchetti romani: “Dopo aver fatto tutte le verifiche tecniche da parte dei nostri dirigenti, siamo in grado dal 4 ottobre fino al 31 dicembre, senza alcuna ricaduta di efficienza nel trattamento dei rifiuti sui nostri territori, che hanno ovviamente l’assoluta priorità, di ricevere circa 150 tonnellate di rifiuti della capitale d’Italia al giorno”, l’annuncio del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

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