“Faccio appello agli elettori di centrosinistra perché votino per me. Anzi, aggiungo: l’appello è rivolto a tutti i cittadini di Ariccia perché eleggano un sindaco che non sia incompatibile, non ineleggibile ma incompatibile, per gli interessi che ha”.
Emilio Cianfanelli, per quattro volte sindaco di Ariccia, uomo del centrosinistra (“sono fra i fondatori del Pd da cui sono uscito per divergenze sulla gestione della sanità dei Castelli”, dice), domenica 4 e lunedì 5 dovrà recuperare, dato che entra al ballottaggio col 20% dei voti contro il 40% del candidato del centrodestra Gianluca Staccoli.
Cianfanelli, Staccoli parla di “ricambio generazionale”.
“Io mi sono candidato sindaco nel 1993 e lui era candidato consigliere comunale. Io ho 72 anni, vero, ma lui ne ha 51 e nel 2011 è stato rieletto e dal 2016 è stato il presidente del Consiglio comunale. Lui viene dal Psi ed è finito nella Lega. Io vengo dal centrosinistra e nel centrosinistra sono rimasto”.
Il Pd però ha fatto sapere che non ci saranno né apparentamenti né sostegni ufficiosi al ballottaggio.
“Io capisco chi deve “difendere la ditta”. Io sono un medico ospedaliero oramai in pensione. Non vivo di prebende e poltrone del Consiglio regionale o del Senato della Repubblica. Io sono un volontario della politica altri sono professionisti della politica”.
Lei è con Italia Viva?
“Ad Ariccia sono candidato con una lista civica storicamente sempre alleata con la sinistra”.
Lei è consapevole di dover compiere un’impresa?
“Certo. Ma io sono convinto che alla fine il centrosinistra voterà me oppure dovrò dedurre che ci sono interessi politici di altra natura”.
Ha parlato di incompatibilità di Staccoli.
“Qui c’è da gestire un piano di edificazioni pubbliche e Staccoli è proprietario di una grande azienda edile. Direi che è un problema politico molto serio”.