• martedì 23 Aprile 2024 17:42
Stadio Flaminio
Quasi cinque anni per partorire un “Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio”: nessun progetto, niente soldi, niente cantieri, niente idee sulla destinazione dell’impianto. Di fatto, quello presentato ieri mattina alla stampa, è uno studio, affascinante e approfondito senza dubbio, ma solo uno studio scientifico che potrà costituire le linee guida sulle quali basare futuri (e non prospettati) interventi di recupero e restauro.
Parliamo dell’opera di Pier Luigi e Antonio Nervi realizzata assieme al Palazzetto, al Palazzo dello Sport e al Viadotto di Corso Francia per le Olimpiadi del ‘60.
Il Piano di Conservazione -spiega il sindaco di Roma, Virginia Raggi era un passaggio fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo. Come Amministrazione abbiamo agito in questi anni per porre le basi affinché non solo lo Stadio ma tutta la zona dell’area Flaminio – Villaggio Olimpico possa vedere una rigenerazione urbana in termini di offerta di servizi sportivi, culturali, ricreativi, per favorirne il rilancio e la piena fruibilità da parte della cittadinanza”.
Lo studio che ha portato alla realizzazione del piano è stato condotto dalla Sapienza Università di Roma, con i dipartimenti di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, di Architettura e Progetto e di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, da DO.CO.MO.MO. Italia e dalla Pier Luigi Nervi Project Association, grazie ad un contributo erogato dalla Getty Foundation.
Il Flaminio vanta un’ispirata qualità architettonica e costruttiva e riveste un ruolo storico-sociale unico per la città di Roma e per la nazione”, ha spiegato Francesco Romeo, a capo del progetto di ricerca.
Per Antoine Wilmering, senior officer del programma presso la Getty Foundation che ha finanziato lo studio “Getty è lieta di aver supportato il suo piano di conservazione, attraverso la nostra iniziativa Keeping It Modern”.
La riqualificazione dello Stadio Flaminio, quando avverrà, avrà un costo “nell’ordine delle decine di milioni di euro”, ha spiegato l’assessore allo Sport di Roma Capitale Daniele Frongia. “Abbiamo ricevuto stime – ha specificato – trai 20 e i 40 milioni”. Che, al momento, non ci sono: “stiamo vagliando diverse proposte di partenariato” dice Frongia che a sei mesi dal voto, si aspetta “di portare ben presto a nuova vita” l’impianto.
Il degrado è iniziato dopo che nel 2012 finisce l’accordo Comune-Federazione di Rugby. Prima ci prova Alemanno; poi Marino che tenta un accordo con Federcalcio per destinare l’impianto a “casa madre” delle nazionali giovanili. Poi la Raggi, col Comune che partecipa e vince il bando della Fondazione Getty e con ciclici annunci di “nuova vita” all’impianto: “Se entro la fine della nostra consiliatura non avessimo iniziato con i lavori per la riqualificazione del Flaminio sarebbe grave”. Parola di Daniele Frongia, anno 2017.

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