“Se Roma Metropolitane fallisce le conseguenze saranno disastrose per la vita della città e le casse del Comune: a rischio chiusura le metro A e B più un paio di miliardi da pagare al Consorzio Metro C”.
Andrea Mazzotto, commissario liquidatore di Roma Metropolitane, è decisamente drastico: i libri contabili in Tribunale sarebbero una catastrofe.
Chiusura delle metro A e B?
“Sì, Roma Metropolitane sta seguendo i lavori di ammodernamento alle norme anti incendio delle linee A e B della metro, parte dei famosi 425 milioni di euro del Ministero delle Infrastrutture. Oltre a rischiare la perdita dei finanziamenti e il relativo danno erariale, i Vigili del Fuoco, in mancanza dei lavori, potrebbero chiudere le metro”.
Metro C?
“Il contratto con il Consorzio Metro C (quello che sta costruendo la terza linea della metro, ndr) decadrebbe immediatamente e al Consorzio spetterebbe il 10% per cento dell’opera non ancora realizzata, quindi al 10% dei costi della linea da Fori Imperiali a Grottarossa che sono circa un paio di miliardi di euro”.
Altro?
“In caso di fallimento sarebbe il Comune, come socio unico di Roma Metropolitane, a dover pagare le sentenze”.
Mazzotto, il Collegio sindacale le ha scritto chiedendole di convocare l’assemblea dei soci.
“L’assemblea dei soci è stata convocata e ci riuniamo il 17 dicembre”.
Possibilità che i lavoratori riescano a ricevere stipendi e tredicesima?
“Purtroppo al momento non ci sono. Il Comune di Roma sta processando le delibere per pagare queste sentenze ma i tempi tecnici non sono compatibili per pagare stipendi e tredicesime”.
Dal Campidoglio dicono che le delibere sono all’Organo di Revisione economico-finanziaria (Oref). Ma lo stanno dicendo dall’11 novembre.
“Hanno risposto così, che sono all’Oref, anche a me”.
Perché ci mettono tanto?
“Ci mettono sempre tanto. Le delibere sono diverse. Io credo che una abbia preceduto le altre e credo che quando l’11 novembre si è fatto riferimento all’Oref ci si riferisse solo a questa. Le altre sono all’Oref da un paio di settimane”.
Può spiegare la situazione dei pignoramenti?
“Ne avevamo uno da un milione e settecento mila euro. Ne è arrivato un secondo da 17 milioni. Il primo, di Metrofil, è un milione e 100 mila come debito ma la normativa stabilisce che in un pignoramento vada pignorata una volta e mezza la cifra. Quindi, da un milione e 100 mila va pignorato un milione e 700 mila. Per il secondo, dell’associazione temporanea di imprese De Santis, il pignoramento è di 11 milioni ma per la stessa regola diventa 17 milioni. Quindi, complessivamente i pignoramenti, tutti relativi al corridoio della mobilità Eur Laurentina Tor de’ Cenci, siamo a circa 18 milioni e mezzo”.
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