• venerdì 19 Aprile 2024 15:03

Scene a metà fra l’avanspettacolo di terz’ordine e la fine impero: in Aula Giulio Cesare si vota il regolamento per il verde urbano. Poi è calendarizzata una mozione a firma del presidente dell’Aula, Marcello De Vito, contro la decisione della Raggi di mandare a bando le licenze per il commercio ambulante. Siamo in seconda convocazione, quindi bastano 16 presenti per la validità della seduta. Opposizioni presenti simbolicamente. Finisce la discussione sul verde.
I 5Stelle, su indicazione del capogruppo, Giuliano Pacetti, escono in massa dall’Aula Giulio Cesare: la mozione De Vito non s’ha da votare.
I grillini spariscono.

LINK AL VIDEO DELLA SEDUTA: https://youtu.be/-pnqdDnGMaA

E compaiono tutti i consiglieri di opposizione. Che si ritrovano in 17, quindi in numero sufficiente per la validità della seduta e per votare.
Panico fra le fila pentastellate dove sono rimasti solo Pacetti e l’ex capogruppo Paolo Ferrara.
Pacetti, inizialmente anche senza mascherina, si precipita sul banco della Presidenza. E cerca di impedire fisicamente con modi piuttosto rudi che la mozione sia messa in votazione. Ferrara si butta in terra lamentando un malore. Pacetti e De Vito arrivano quasi alle mani. Volano insulti. Insomma, una sceneggiata da teatrino di periferia.
De Vito si deve accoccolare in un’altra postazione che non è quella della Presidenza. E apre la votazione a chiamata nominale visto che il voto elettronico si può comandare solo dal banco del Presidente ancora occupato da Pacetti.
La mozione passa all’unanimità dei 17 presenti. E per la Raggi ora si apre un problema politico: non può andare contro un atto del Consiglio comunale. E già si scaldano le penne degli avvocati per i ricorsi degli ambulanti che avranno dalla loro il voto in Aula.
Ma c’è un risvolto politico da fine impero: i 5Stelle non è che fossero andati su Marte. Erano fuori dall’Aula. E non sono rientrati. A fare la pantomima sono rimasti solo Pacetti e Ferrara. Eppure, se i grillini fossero rientrati, su carta avrebbero avuto i numeri per respingere la mozione De Vito.
Politicamente, il non essere rientrati significa che la maggioranza non esiste più. Le crepe erano già uscite fuori con il Bilancio e il costante ricorso alla seconda convocazione è solo l’escamotage di chi ha perso l’appoggio dei consiglieri.

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