Non c’è verso: al Teatro di Roma il management voluto da Virginia Raggi e dall’ex vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Bergamo, la matematica non è proprio di casa.
Ieri abbiamo reso conto della Ragioneria del Comune che boccia per errori su addizioni e sottrazioni la quarta stesura del bilancio che ha già quattro mesi di ritardo sul termine di approvazione di fine dicembre.
Oggi tocca nuovamente al Collegio dei Revisori del Teatro: altra lettera (qui il testo completo) e ennesima strigliata ai vertici della struttura.
Primo punto: da febbraio 2020, oltre 14 mesi fa, dopo le dimissioni di Barberio Corsetti da direttore, le deleghe vengono assunte ad interim dal presidente, Ernesto Bevilacqua. Ma “Dagli atti amministrativi non risultano tuttavia definiti né i poteri né le modalità e le tempistiche di esercizio delle suddette deleghe” si legge nella relazione dei Revisori che, considerato come l’attuale presidente abbia esercitato le deleghe “senza riportarne gli esiti” al Consiglio di Amministrazione, e la stipula di “molteplici contratti di consulenza esterna” e affidati alcuni “contratti di servizio”, hanno cominciato ad effettuare verifiche già nel 2020 e una nuova il 12 aprile scorso.
Ecco la sintesi: “il Collegio ha riscontrato nuovamente delle forti criticità nell’esercizio dei suoi poteri dei delega da parte del Presidente Bevilacqua, nonostante, egli stesso avesse più volte espresso in Consiglio la disponibilità a garantire la correttezza e la trasparenza della gestione degli affidamenti di incarichi di consulenza”.
Nello specifico: le consulenze sono “state affidate, per la maggior parte dei casi per via verbale ed in assenza del relativo bilancio previsionale che ne autorizzi la spesa, con particolare riferimento a nuove figure professionali precedentemente mai contrattualizzate”. Poi, quelle andate in proroga sono state prolungate senza atti di autorizzazione.
E, ancora: “nell’affidamento delle consulenze legali il Presidente del CdA ha duplicato la medesima attività, affidandola contemporaneamente a due professionisti, con conseguente raddoppio della relativa spesa”. Cosa ancor più grave, per i Revisori “in nessuna circostanza il Presidente ha dato evidenza di aver proceduto nel rispetto della normativa”.
Teatro che, a tutt’oggi, sconta “l’assenza della figura del responsabile amministrativo e del responsabile del personale” tanto che non solo manca il bilancio ma non ci sono nemmeno le delibere che autorizzino il differimento dei termini di approvazione del consuntivo 2020 in scadenza ad aprile.
Da Fratelli d’Italia attaccano Federico Mollicone, deputato e capogruppo di FdI in commissione Cultura, e Andrea De Priamo, capogruppo in Assemblea Capitolina: “La situazione è arrivata a un livello di un’assoluta illegittimità finanziaria e procedurale. Rivolgiamo un appello alla Regione Lazio, al Comune di Roma e al Ministero affinché venga commissariato e ripristinata la legalità e la trasparenza, chiarendo e verificando i rapporti di lavoro. le consulenze, le nomine, le fatture e le assegnazioni. Nel frattempo, procederemo a un’interrogazione e un question time che invieremo alla Corte dei Conti e alla Procura”.