• giovedì 25 Aprile 2024 16:32

Le hanno chiamate “linee S” e subito, visto il clamoroso insuccesso, l’ironia dei romani le ha ribattezzate le “linee S come Spreco” oppure “S come SpostaAria”: sono pagate dalla Regione Lazio, con ben 6 milioni, e appaltate a società esterne. Dopo il pomposo annuncio delle nuove livree, in realtà, non è cambiato nulla: le vetture continuano a girare desolatamente vuote.
Sono quindici linee che dovrebbero rinforzare il normale trasporto pubblico dal lunedì al venerdì, fra le 7 e le 10 di mattina e le 16 e le 19 del pomeriggio e il sabato solo la mattina con una frequenza di 7 minuti.
Ci aveva provato il Campidoglio a maggio 2020 ma dopo poco erano state sospese per mancanza di utilizzo. Poi sono state riattivate ad aprile ma ugualmente senza successo. Solo che stavolta i soldi li tira fuori la Regione.
I problemi sono sempre gli stessi: le linee S fanno quasi tutte lo stesso percorso delle metropolitane solo che lo fanno in un tempo tre volte maggiore. Ma, soprattutto, le informazioni ai passeggeri sono insufficienti, come quelle sulla esatta localizzazione delle fermate. Ed è praticamente impossibile capire che il pullman che arriva è una “linea S”: sono stati noleggiati da diverse società che mettono in strada quello che hanno. Quindi, bus con colori diversi da quelli di Atac (grigio e rosso “Roma”) e pullman ognuno con i proprio colori. Insomma, una macedonia.

Il 24 maggio Roma Servizi per la Mobilità annuncia – subito ripresa dalla fanzine pubblicata autonomamente sui freepress Metro e Leggo – una nuova livrea per le linee S, “per rendere subito identificabili i bus”. Uno si aspetta che con l’espressione “nuova livrea” le vetture divengano davvero visibili: colori unici, segni di distinzione univoci.

Livree linee S
Fonte: https://romamobilita.it/it/media/linee-s-oggi-sui-bus-nuove-livree-renderli-subito-riconoscibili-0
Ma la prosaica realtà è che con la pomposa dicitura “nuova livrea” si intende solo una coppia di adesivi, uno lungo più o meno un metro, posto sulla fiancata;  l’altro, grande come un foglio A3, posto più o meno casualmente sul muso del bus e da un foglietto con l’itinerario appeso dietro il parabrezza.

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