• venerdì 19 Aprile 2024 07:20

Cara arrabbiata, come si dice a Roma, tutt’altro che affollata, costantemente in ritardo e forse, quest’anno, potrebbe non aprire: ecco a voi Tiberis, il “fiore all’occhiello” di Virginia Raggi e dei suoi. È la “spiaggia” – e le virgolette servono come non mai – che i 5Stelle hanno pensato di realizzare sul Tevere, all’altezza di Ponte Marconi.
Una specie di landa semidesolata, con un paio di campi da pallavolo, alcune sdraio e ombrelloni. Niente possibilità di fare il bagno, ammesso che si trovi qualche spericolato che decida di bagnarsi nel Tevere. Nel 2019 l’inaugurazione del “lido” avvenne il 3 agosto, praticamente in zona Cesarini.
Quest’anno, per la quarta edizione, i lavori di allestimento avrebbero dovuto concludersi il 1 giugno. Seconda data per il banco pubblicato da Zetema – la società comunale che si occupa di cultura e che l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, vorrebbe unire a Farmacap, quella delle farmacie comunali – era il 15 giugno.
Ed “entrambe sono andate deserte”, denuncia Piergiorgio Benvenuti, presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e responsabile della Consulta Ambiente di Forza Italia a Roma.
Non bastasse Tiberis, “non vi è neanche un accenno dei lavori di riqualificazione della banchina lungo il Tevere, abbandonato dallo scorso anno e trasformato negativamente dalle piene del fiume durante il periodo invernale”. Parliamo dell’altra grande invenzione grillina: l’allestimento di una specie di campicello attrezzato lungo 550 metri per una superficie totale di 2mila e 200 metri quadri pomposamente ribattezzata “Piazza Tevere”. Il Tempo, a dicembre scorso, rese conto del rischio disastro ambientale di questa specie di spiaggetta fra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, attiva da 5 settembre al 25 ottobre: il prato all’inglese, morto appena spento l’impianto di irrigazione, era posato su uno strato di terriccio tenuto insieme da una rete di plastica simile a quelle dei pescatori. E le piene del Tevere hanno portato via tutto solo che la rete è rimasta impigliata dentro il fiume e sugli argini, trattenendo rifiuti ma anche mettendo a rischio la vita della fauna.
A poche decine di metri da Tiberis, già costata al Comune almeno un milione di euro si è ampliata notevolmente una vera e propria favela i cui abitanti accendono fuochi per ricavare il rame separandolo dalla plastica sversando direttamente nel Tevere una gran quantità di rifiuti per le quali il senatore Maurizio Gasparri ha presentato interrogazioni ai Ministri dell’Interno e della Transazione Ecologica. Sospendete questo lido – conclude Benvenuti – e usate i fondi per bonificare le favelas esistenti”.

Tiber

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