• giovedì 25 Aprile 2024 18:35

Sessantasette persone “fragili” e 12 lavoratori a tempo indeterminato stanno per andare a spasso. E, secondo la Cgil Funzione pubblica di Roma, la colpa del caos è di Virginia Raggi e della Giunta.
La replica del Comune – che sembra un gioco delle tre carte – è un classico scaricabarile: “non è colpa mia”.
Parliamo del centro di  pronta accoglienza di Via Monte Libretti, al Tiburtino. Spiega Giovanni Alfonsi, segretario del Terzo Settore della Cgil FP di Roma: “A seguito di una procedura negoziata di gara (una delle form degli appalti, ndr), cui vennero invitati 60 soggetti, il Centro Madre Teresa di Calcutta si è trasferito da via Assisi in via Monte Libretti. La procedura prevedeva l’affidamento fino al 30 giugno” di quest’anno.
Aggiunge il Sindacato: “La Direzione Accoglienza e Inclusione del Dipartimento Politiche Sociali, nei mesi precedenti la scadenza del servizio ha più volte garantito la prosecuzione dell’affidamento prospettando una gara ad evidenza pubblica di imminente indizione, ma ad oggi non ancora bandita, pur sapendo che il servizio a norma di legge non era prorogabile. Il gestore del centro, forte delle “garanzie” ricevute, ha provveduto a rinnovare per un ulteriore anno la locazione della struttura di accoglienza che accoglie 67 utenti, per lo più fragili, e in cui operano 12 lavoratori assunti a tempo indeterminato”.
La risposta del Campidoglio arriva nel pomeriggio: “La volontà di chiudere il centro di accoglienza in via Monte Libretti non è attribuibile a Roma Capitale, bensì alle scelte operate dall’ente che sta gestendo la struttura cui era ben noto che il contratto d’appalto, con scadenza il 30 giugno 2021, non era prorogabile in termini di legge e, dunque, qualsiasi atto di proroga sarebbe stato illegittimo”.
In realtà, le proroghe sono sempre utilizzate, anche dalla Raggi come dimostra il contratto di Roma Tpl scaduto nel 2018 e giunto all’ottava proroga.
Aggiunge il Campidoglio: “Il gestore non ha partecipato alla procedura di appalto per l’aggiudicazione dell’emergenza climatica, che è attualmente in corso”. Solo che il Centro di Accoglienza non è appaltato per l’emergenza caldo e l’emergenza freddo.
Le stesse parole del Campidoglio fanno capire come la versione del Comune sia poco credibile: “Gli ospiti del centro saranno ricollocati all’interno del circuito capitolino delle strutture di accoglienza”. Un verbo al futuro che dimostra come il Comune non abbia ancora risolto un problema che, se fosse corretto quanto sostenuto dal Campidoglio, avrebbe invece dovuto essere risolto da tempo.

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