• giovedì 25 Aprile 2024 10:06

Da una parte Albano Laziale con l’Ordinanza Raggi per la riapertura del sito chiuso dal 2016. Dall’altra Magliano Romano, identificato come possibile sito della futura discarica. In mezzo, i Sindaci dell’hinterland romano sul piede di guerra, e la solita stucchevole querelle fra il Pd e i 5Stelle su colpe e responsabilità.
E mentre i rifiuti rimangono in strada, in cumuli sempre più alti e maleodoranti, il Ministero della Transizione ecologica (MiTe) si tira indietro: faccio l’arbitro e non parteggio né per la Regione né per il Comune.
Quanto meno questo è ciò che afferma Vannia Gava, sottosegretaria quota Lega al MiTe: ”Il Ministero della Transizione ecologica non si è pronunciato riguardo il sito di Magliano Romano come in favore di nessuna diversa soluzione. Il Mite ha svolto il ruolo di mediatore” fra Regione Lazio e Comune di Roma. Insomma, non tirate il Ministero per la giacchetta. Secondo Gava, il Ministero ha ottenuto che Comune, Città Metropolitana e Regione iniziassero a “produrre documenti ufficiali” fra cui quello delle aree bianche, cioè quelle su cui si possono costruire impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Ma “spetta agli enti la decisione, che si spera sia presa seguendo criteri logici e oggettivi, e non per paura di incontrare le resistenze di sindaci di Pd o Cinquestelle”. Segue una doppia bacchettata. A Zingaretti perché porti a termine la revisione del Piano Rifiuti e al Comune per la “raccolta differenziata con percentuali gravemente insufficienti”.
Se il MiTe si tira fuori, non altrettanto fa la politica. I sindaci dell’hinterland sono sul piede di guerra.
Il sindaco di Viterbo, Giovanni Maria Arena, annuncia che nella discarica del capoluogo i rifiuti romani non potranno essere portati oltre il 30 luglio. “Lo smaltimento dei rifiuti romani nella discarica viterbese deve cessare” è il messaggio consegnato da Arena al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. Arena incassa il supporto del senatore Umberto Fusco (Lega), dei deputati Mauro Rotelli (FdI) e Alessandro Battilocchio (FI), del consigliere regionale Enrico Panunzi (PD) e del segretario del Pd Lazio, Bruno Astorre.
L’assessore all’Ambiente della Raggi, Katia Ziantoni, in radio, a Gli Inascoltabili su NSL, sfiora il dileggio dei romani: “è vero che il cittadino può chiedere una riduzione della Tari ma in realtà nel contratto si dice ‘per gravi colpe dell’Ama’ e se te tu fai una richiesta di questo tipo Ama ti dimostra che la colpa non imputabile a lei” e prosegue nello scaricabarile: “Il sindaco di Albano – Massimiliano Borelli, che ha annunciato ricorso al Tar contro l’ordinanza Raggi – si dovrebbe rivolgere a chi ha rilasciato l’autorizzazione” cioè alla Regione.
Tutto ciò mentre Ama, secondo il Pd, cancella la raccolta porta a porta per i negozianti del VII Municipio.

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