• mercoledì 24 Aprile 2024 15:52
atac crack

Crollano le vendite dei biglietti Atac: abbonamenti e ticket Metrebus si sono più che dimezzati nel 2020, passando da 395 milioni del 2019 a 178 del 2020. Il calo è del 55%.
E crollano anche i passeggeri: 95% sulle metropolitane e -98% sulle ferrovie regionali. E cala, anche se di poco, la “produzione complessiva”, cioè il quantitativo totale di km che le diverse vetture Atac – bus, tram, filobus, metro, ferrovie regionali per Ostia, Giardinetti e Viterbo – devono percorrere. Qui siamo a un -0,83% del 2020 rispetto al 2019 ma il dato andrebbe depurato dei km che Atac ha subappaltato.
Questi sono alcuni degli elementi principali che emergono dall’analisi del bilancio 2020 che l’Azienda ha pubblicato da alcune ore sul proprio sito istituzionale.
Il quadro tracciato dall’amministratore unico, Giovanni Mottura, al Campidoglio è tutt’alto che da “Atac salva”: l’Azienda sta in piedi fondamentalmente grazie ai contributi Covid dello Stato, alla mancanza di penali e ai minori km percorsi. 
Il totale di tutti questi benefit fa 110 milioni di euro, ovvero 65 milioni 178 mila euro di bonus Covid erogati dallo Stato e incassati da Atac nel solo 2020 (mancano i primi 7 mesi del 2021).
Altri 45 e spicci milioni arrivano, come una boccata d’ossigeno, dalla cancellazione delle penali e dal “risparmio” nel servizio effettivamente reso all’utenza. Le penali dovrebbero essere applicate in caso di mancato rispetto dei contratti di servizio col Comune e con la Regione ma le norme anti Covid le hanno rese “non applicabili”.
I drammatici numeri degli effetti della pandemia giustificano ovviamente il supporto che lo Stato ha erogato ad Atac come a tutte le altre aziende di trasporto pubblico locale. Tuttavia, l’effetto finale si riverbera sul concordato preventivo. Pagata la prima rata dei creditori chirografari, il quadro economico globale, legato alle incertezze sulla pandemia ma anche alla reale capacità di Atac di sostenere il complesso degli obblighi del Concordato, sta spingendo l’Azienda a cercare di posticipare le rate. 
Al 31 dicembre 2020, rispetto alle previsioni del Concordato, mancano 46 milioni di euro, 120 nuovi bus, e quasi tutti i 92 milioni di incassi previsti dalla vendita dei beni immobili. Risultato: “L’evoluzione del quadro economico e una prospettiva di ripresa degli spostamenti ancora incerti stanno orientando la Società a una riprogrammazione dei tempi previsti nel piano per l’adempimento dell’obbligazione del pagamento dei creditori chirografari”. Ovvero: posticipiamo.

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