La colpa dei bus che vanno a fuoco sarebbe da ricercarsi nell’età delle vetture. Almeno, questo è quello che sostiene l’amministratore unico di Atac, Giovanni Mottura, di fronte la Commissione Mobilità: “Si stanno facendo grandi approfondimenti per risolvere il problema degli incendi ma se la flotta non elimina i vecchissimi bus, finché ci saranno mezzi che hanno più di 13 anni, il problema della manutenzione non si può risolvere”.
![Mottura, Giovanni](http://fernandomagliaro.com/wp-content/uploads/2020/10/WhatsApp-Image-2020-10-23-at-09.18.23-300x196.jpeg)
Peccato che quello dell’età sia solo uno dei problemi. Basta andare a spulciare l’elenco dei bus flambé con targa e data di immatricolazione.
Il 40express distrutto il 16 novembre 2016 aveva poco più di tre anni di vita. Tre anni avevano anche il 98F carboinizzato il 5 febbraio 2017 a via Mazzacurati come il 20express andato distrutto il 26 maggio 2017 ad Anagnina. Era alla soglia dei 4 anni il 50 Express ridotto a carcassa a piazza dei Cinquecento il 28 ottobre 2017.
Poi quelli con quattro anni di vita: febbraio 2018, il 30 a via Marcantonio Colonna solo danneggiato; il 409 carbonizzato in via di Portonaccio il 13 aprile; il 30 Express solo danneggiato a viale Mazzini l’8 giugno 2018.
E, ancora fra i quattro e i cinque anni di vita avanzo il 905 fuori servizio distrutto il 21 giugno 2018 sul Grande Raccordo anulare e quelli solo danneggiati: 30 giugno il 983 a Primavalle; 4 luglio 2018 128 a via della Magliana; 19 luglio lo 07 a Castel Porziano e il 791 a viale Marconi il 24 luglio.
Fra l’autunno 2018 e l’autunno 2019 sono state sei le vetture con cinque anni di età a prendere fuoco, quattro delle quali sono andate completamente distrutte.
Infine, fra fine 2019 e nel 2020 10 vetture andate a fuoco avevano 6 anni di vita e due sette, fra queste ultime si annovera lo spettacolare e fortunatamente senza vittime N46 del 21 novembre scorso a piazza Irnerio quando il bus in fiamme perse i freni e diventò una immensa palla di fuoco che si schiantò su auto e moto in sosta.
Peraltro, poiché l’Azienda si rifiuta di esibire i documenti ufficiali sui flambus, nell’elenco delle vetture bruciate mancano molti numeri di matricola cosicché il quantitativo di mezzi “giovani” potrebbe essere decisamente più elevato.
Di sicuro c’è però un fatto: al netto delle indagini della Procura che vedono una decina di dirigenti Atac sotto inchiesta, non c’è solo l’età fra le cause dei roghi.
All’elenco mancano le buche di Roma e la inefficiente manutenzione dei mezzi. Non a caso, il direttore della Direzione Trasporti del Comune, Alberto Di Lorenzo, ha posto l’accento sulla questione durante un’audizione della commissione: “Dalla manutenzione dipende la qualità e la continuità del servizio. Dobbiamo precisare meglio nel nuovo contratto di servizio quali sono gli obblighi, gli oneri, le attività e le competenze legati alla manutenzione, perché su questa si apre un mondo e non è semplice individuare manutenzione ordinaria e straordinaria. Una manutenzione ha bisogno di un’attenzione molto più ampia anche in termini di bilancio. Pertanto è necessario chiarire la programmazione della manutenzione e quindi inserire la manutenzione programmata, usufruire di indicatori che ci avvertano, prima che l’infrastruttura o il mezzo colassi, che bisogna intervenire e in che modo”.