• venerdì 26 Aprile 2024 10:09

Vince l’appalto per i nidi chi comunica meglio

Vince l’appalto per le mense scolastiche chi fa la propaganda più convincente. Benvenuti nel fantastico mondo degli appalti del Campidoglio a 5Stelle dove su 100 punti, 25 verranno attribuiti alle “attività di comunicazione”.
Nel nuovo appalto (qui il link al disciplinare di gare, ndr) per la refezionenei nidi capitolini, nelle sezioni ponte, nelle scuole dell’infanzia comunali e statali, primarie e secondarie di primo grado” ci saranno 4 criteri per aggiudicare il bando. Tre saranno fissi: 34 punti per l’approvvigionamento, 21 per i “menu solidali” e 20 per i “menu sociali”. Invece l’assegnazione dei 25 punti per le attività di comunicazione sarò decisa a discrezione della Commissione aggiudicatrice.
A bando, pubblicato il 1 febbraio con scadenza il 4 marzo, ci sono 15 lotti, uno per Municipio, per la refezione scolastica per il prossimo quinquennio: valore di partenza, poco meno di 710 milioni di euro. Il lotto più “consistente” è quello del VII Municipio con con 79 milioni di euro. Il meno cicciotto è l’VIII che vale “solo” 31 milioni. La cifra per ciascun lotto “copre” anche i costi per derattizzazione, disinfestazione, pronto intervento e piccola manutenzione.
Prima novità rispetto al passato: ogni pasto avrà un costo fisso non negoziabile di 5 euro e 595 centesimi.
Per altro, guardando i costi attualmente sostenuti dal Comune per gli stessi quindici lotti, questo prezzo di quasi 6 euro è superiore a quanto si spende oggi da un più 10 a un più 28%.
Solo che le note dolenti di quello che sembra a una prima lettura un buon appalto arrivano quando si va a vedere bene come sono distribuiti i criteri per l’aggiudicazione della gara.
Le “politiche di approvvigionamento delle derrate” (valore 34 punti) si basano su tre elementi: se ci sono prodotti DOP o IGP, 7 punti. Se sono inseriti menu a base di “filetti di pesce fresco da itticoltura nazionale”, vengono assegnati 17 punti. E se a fine pasto c’è la spremuta di arance fresche, altri 10 punti.
Poi ci sono i “menu sociali” cioè quelli fatti con prodotti alimentari “che possono non essere biologici” provenienti da “aziende che praticano l’agricoltura sociale”, cioè condotte secondo criteri di responsabilità etica. Venti punti se vengono inserite “4 somministrazioni” l’anno, 2 nei menu invernali e 2 in quelli estivi.
Infine, i “menu solidali” “realizzati con prodotti alimentari provenienti dalle aziende delle zone terremotate del centro Italia”. In questo caso, bastano 3 menu estivi e 3 invernali per avere 21 punti.
Ecco, quindi, che i 25 punti attribuiti a piacere dalla Commissione per l’attività di comunicazione assumono un valore fondamentale per determinare chi vince. Vince chi propone un “piano di iniziative di comunicazione rivolte agli utenti e genitori” per divulgare i “principi ispiratori dell’appalto”: “qualità e sostenibilità del servizio”, “multiculturalità”, “riduzione dello spreco alimentare”, “corrette abitudini”. Insomma, uno spot per l’Amministrazione capitolina il cui Dipartimento validerà il Piano.
Il vicepresidente del Consiglio Comunale, Francesco Figliomeni (Fdi) annuncia un’interrogazione: “emerge il modus operandi della macchina della propaganda grillina”.
Per la Lega, Fabrizio Santori: “il bando dimentica il territorio regionale e il suo immenso patrimonio agricolo“.

 

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