Stazioni metro chiuse per lavori, treni che si fermano, linee bus soppresse per mancanza di vetture: all’abituale quadro desolante del servizio di trasporto pubblico della Capitale si sommano pure i guai delle ferrovie a rendere pesante la giornata di chi usa i mezzi pubblici per spostarsi.
Partiamo con i danni da maltempo che sono stati segnalati su via Cristoforo Colombo con alberi caduti sulla carreggiata e in zona Magliana con allagamenti a via Valle Lupara.
Capitolo trasporto pubblico.
Alle 6.30 di mattina un guasto fra Aprilia e Campoleone sulla ferrovia Roma-Nettuno ha causato una serie di ritardi in entrambe le direzioni.
Nella città si è iniziato a “ballare” già nella serata di martedì quando la stazione Manzoni della linea A ha chiuso i battenti per una quarantina di minuti causa “guasto tecnico”: un guasto che, a ogni pioggia appena appena intensa si ripete con allarmante frequenza, tanto da fare di Manzoni la fermata con più chiusure, ben 15, da inizio anno di tutte e tre le metro capitoline.
Ieri mattina, poi, è toccato a Vittorio Emanuele aprire con un quarto d’ora di ritardo rispetto all’orario di inizio servizio viaggiatori (le 5.30 di mattina). Per inciso: se Manzoni è la fermata con più chiusure, al secondo posto c’è proprio Vittorio Emanuele che ne conta 12 da inizio anno.
Ad allietare la giornata dei passeggeri Atac poi ci pensa la metro B: dalle 8 e mezza di mattina fino a mezzogiorno e tre quarti servizio sospeso fra Laurentina e Magliana. Poi, alle 3 e mezza di pomeriggio un guasto tecnico a Eur Magliana ha causato rallentamenti al servizio che alle sette di sera ancora non erano stati risolti.
Per completare il quadro, va ricordato che due stazioni della metro B – Policlinico che serve l’Università La Sapienza e l’Umberto I e l’adiacente Castro Pretorio che serve la Biblioteca nazionale Centrale – sono chiuse già da molto per la sostituzione totale delle scale mobili giunte a fine vita trentennale. E oggi chiuderà anche Vittorio Emanuele, fino al 6 dicembre, per la sostituzione dei quadri elettrici.
Completa il quadro dei “servizi” Atac la linea 188 che per due volte, poco dopo mezzogiorno e poi intorno alle 16, è stata sospesa per mancanza di vetture.
Venendo ai servizi Atac sono stati diffusi dall’azienda i dati sui chilometri percorsi nel mese di settembre rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio.
Nonostante l’arrivo delle nuove vetture il servizio realmente offerto all’utenza non decolla: 6 milioni e 857mila km percorsi dai bus contro i 7,6 milioni previsti dal contratto di servizio. E non va meglio neanche il raffronto col 2019 quando i bus Atac percorsero poco meno di 7 milioni di km.
Crollo totale – né poteva essere altrimenti visto che da mesi sono fermi per mancanza di manutenzione dovuta all’incapacità del Campidoglio di prevedere la gara d’appalto – per i filobus che dovevano percorrere 150mila km e ne hanno percorsi solo 15mila. Il complesso delle metro che si ferma – colpa della metro C – a circa 30mila km in meno dei previsti 753mila km da percorrere. Da notare che per le metro, se i km sono quasi in linea con le previsioni, settembre è stato un mese nero per le chiusure: 38 con 5 giorni persi e 16 rallentamenti.
Fronte caldo in Atac anche dal punto di vista sindacale: dopo lo sciopero bianco di alcuni giorni fa che ha tenuto chiusa la metro C per un paio d’ore, Cgil, Cisl, Uil e Faisa Cisal hanno spedito ieri una lettera ai vertici aziendali chiedendo l’apertura urgente di un tavolo di confronto sulle linee che saranno servite da bus privati.