• sabato 20 Aprile 2024 06:36

In arrivo il blitz di fine consiliatura: senza numeri, senza maggioranza, con la Corte dei Conti che alita sul collo dell’intera Giunta, la Raggi prova l’ultimo disperato affondo e porta l’ultimo giorno utile di Consiglio la delibera per il riordino delle Società partecipate.
L’ultimo giorno di scuola è il 18 agosto: da quel giorno il Consiglio e la Giunta sono sciolti, per legge, e possono essere votati solamente gli atti di ordinaria amministrazione. Ovvero: quelli obbligatori per legge oppure quelli la cui mancata approvazione creerebbe un immediato e irreparabile danno all’Amministrazione.
Tutti gli altri atti, si chiudono nel cassetto e se ne riparla col nuovo Sindaco a fine ottobre.
Dopo oltre cinque anni in carica – la Giunta Raggi si è insediata formalmente il 7 luglio 2016 – ieri pomeriggio, chiusa la seduta di Consiglio per la consueta mancanza del numero legale, si riunisce la Conferenza dei Capigruppo (che, fra i suoi compiti, ha quello di decidere il calendario delle delibere da votare nell’Ordine dei lavori) e il capogruppo grillino, Giuliano Pacetti, annuncia di fronte alle opposizioni di voler portare, il 18 agosto, una delibera che “riordina” il sistema delle Partecipate, vera voragine dei conti del Comune e già oggetto di severe e reiterate censure della Corte dei Conti.
Il 18, appunto, è l’ultimo giorno di pieni poteri del Consiglio. La mattina è calendarizzata una seduta straordinaria dedicata ai poteri di Roma Capitale. Il pomeriggio, invece, i 5Stelle vorrebbero una seduta ordinaria per discutere della delibera di riordino che, quindi, passerebbe avanti tutte le altre.
In sostanza, questa ultimo provvedimento, prevede la volontà del Comune di riunire in un’unica società Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità e, in una seconda nuova società, di unificare Zétema e Farmacap.
Zétema si occupa di eventi culturali e Farmacap, in fallimento dopo il quinquennio Raggi, si occupa delle farmacie comunali.
Roma Metropolitane è una società tecnica che per conto del Comune fa due cose: progetta grandi infrastrutture di mobilità, come la Metro C, ed è anche stazione appaltante, ad esempio proprio di Metro C. Le politiche “contraddittorie”, così le ha definite la Corte dei Conti, seguite dalla Raggi hanno portato Roma Metropolitane a un passo dal fallimento totale. La totale mancanza di visione politica e di chiarezza amministrativa sono già costate un Natale senza stipendi e tredicesima ai 147 dipendenti e ora la cassa integrazione per metà di loro.
Roma Servizi, invece, è molto più “politicamente addomesticata” tant’è che è guidata da un attivista grillino, Stefano Brinchi, animatore dei tavoli elettorali pentastellati, e come società si occupa della gestione ordinaria della mobilità (da lei dipendono i controlli sulla qualità Atac, ad esempio).
Nelle censure della Corte dei Conti – inclusa l’ultima sulla mancanza della relazione di fine mandato sui bilanci comunali – si evidenzia come troppe municipalizzate siano doppioni. Quindi, la Raggi e i suoi ora provano a unificarle all’ultimo secondo.
Oggi è prevista nuova Capigruppo cui dovrebbe partecipare il Sindaco per chiedere la collaborazione delle opposizioni. Che, però, stavolta non ci stanno e minacciano centinaia di emendamenti e il ricorso al Prefetto se la Giunta cercherà di portarla al voto anche dopo lo scioglimento.

 

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